Kintto Lucas è un analista politico, scrittore e giornalista uruguaiano/ecuadoriano. È stato ambasciatore dell’Uruguay e vice primo ministro dell’Ecuador. Ha scritto diversi libri d’inchiesta ma anche saggi politici e si è cimentato con la narrativa e la poesia. Negli anni Settanta a nove anni entrò nell’organizzazione guerrigliera Tupamaros di cui José Mujica era uno dei leader. Il lungo rapporto tra i due si è oggi materializzato nelle pagine di un libro da poco uscito in Italia per Castelvecchi: José “Pepe” Mujica: I labirinti della vita. Dialogo con Kintto Lucas. A lui abbiamo rivolto alcune domande.
Parlaci di Mujica, tu e “Pepe” vi conoscete da tanto tempo. In Europa lo considerano quasi alla stregua di un essere mitologico, cosa ne pensi?
Ci sono due punti di vista. Uno è quello latinoamericano e l’altro è quello europeo. In America latina è un punto di riferimento, ma non come in Europa. Io credo che l’attuale situazione europea, a sinistra, porti a cercare nuovi referenti politici. Mujica è diventato una figura con cui identificarsi perché parla di temi chiave anche per gli europei – come l’integrazione, l’ecologia, il neoliberismo – con una grande capacità di comunicazione che non ha nessun politico europeo ma nemmeno latinoamericano. In America latina non è però idealizzato o addirittura mitizzato come accade dall’altra parte dell’Atlantico. Lui è qui in carne e ossa, noi latinoamericani sappiamo chi è, conosciamo la sua storia politica, sappiamo come è stato il suo governo. Di recente in Spagna gli hanno consegnato un premio per la sua capacità di fare poesia facendo politica. In America latina una cosa del genere non può accadere ma lui resta comunque una grande figura di riferimento.
Tra i diversi temi di cui parlate nel libro c’è il processo di pace in Colombia in cui Mujica ha giocato un ruolo fondamentale.
Abbiamo toccato diverse questioni importanti che riguardano l’America latina, molte delle quali irrisolte da tempo. Una di queste è…