A colloquio con l’illustratore Fabio Magnasciutti autore del calendario da tavolo, staccabile, che per 12 mesi accompagnerà i lettori di Left. «Nei miei lavori - racconta - c’è sempre stato come punto di riferimento Gianni Rodari»

Una bella donna dal vestito rosso, girasoli rivolti verso al sole, pesciolini rossi che si interrogano sulla vita fuori dall’acqua, supereroi inseriti nella vita quotidiana e tanti oggetti che da inanimati diventano animati, che raccontano qualcosa. Disegni realizzati con un tratto riconoscibile tra tanti e accompagnati da giochi di parole. Figure che fanno direttamente un’immagine nella mente di chi le guarda e che suscitano sempre qualcosa. Un sorriso, una riflessione, un’incazzatura, un dubbio. Questa è l’arte di Fabio Magnasciutti. Illustratore, vignettista e musicista. Ha pubblicato numerosi libri con la casa editrice Lapis ed altri editori. Dal 2005 tiene corsi all’Istituto europeo di design, è uno dei fondatori della scuola di Illustrazione OfficinaB5.

La passione per il disegno l’ha accompagnato da sempre. «Da che ricordo ho sempre disegnato. Nel tempo ho cercato di farlo sempre meglio, finché non è diventato un lavoro». Le sue vignette sono molto seguite sui social e non si fa fatica a capire che son fatte proprio da lui. «Nei miei lavori ho messo insieme l’esperienza dell’illustrazione con la passione per le parole, i giochi di parole o per i significati laterali o nascosti delle cose, avendo sempre come punto di riferimento Gianni Rodari. Il tutto mi viene abbastanza spontaneo e semplice» racconta Fabio Magnasciutti a Left.

«Non c’è molto pensiero dietro un’illustrazione. Mi viene in mente una battuta o un’immagine che mi colpisce particolarmente, non c’è una regola. A volte…

L’intervista di Amarilda Dhrami a Fabio Magnasciutti prosegue su Left in edicola dal 28 dicembre 2018


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