«Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date».
C’è qualcosa di comodo e di terribilmente contemporaneo nel capodanno vissuto come condono: la via semplicistica del rinnovarsi solo attraverso il cambiamento, uccidendo tutto quello che è stato, accontentandosi del “peggio di così non potrà andare” come costruzione del futuro. L’arrivo dell’anno nuovo, negli auguri grigi di quest’anno che per molti è stato faticosissimo e melmoso, è soprattutto la fine dell’anno vecchio. Per alcuni è solo questo: l’illusione che cambi tutto solo per un giro di lancette. Facile, eh?
E invece il primo giorno dell’anno prossimo lo sfondo sarà lo stesso, solo con un giorno in più, e saranno gli stessi i protagonisti, saranno uguali le relazioni, saranno identiche a ieri le ingiustizie che riteniamo di subire, ci saranno certamente anche le stesse soddisfazioni e gli stessi risultati seminati ma non accadrà che per una questione di calendario verrà stracciato il vecchio copione e ce ne verrà consegnato uno intonso. No.
Io, per me, se potessi augurarmi un capodanno mi augurerei un anno che contenga la memoria di tutti quelli passati, di tutti gli errori fatti, di tutte le timidezze e le indecisioni, di tutte le volte che non ho avuto abbastanza coraggio o di quando ho osato troppa spericolatezza, degli abbracci presi e di quelli persi, vorrei ricordarmi tatuate le volte che avrei dovuto chiedere scusa e mi sono incagliato, vorrei non perdere l’occasione di ringraziare e allo stesso tempo vorrei tenermi strette tutte le volte che ho difeso quello in cui credo per difenderlo la prossima volta ancora più forte. Senza uccidere niente di quello che è stato tutt’altro.
Dell’energia nei propositi invece vorrei averne per tutti i giorni dell’anno. «Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno.», come diceva Gramsci, appunto, che è anche l’autore del brano che sta in testa a questo articolo.
E mi auguro questo. Vi auguro questo. Ci auguro questo.
Buon lunedì.