Allora, partiamo dall’inizio. Dicono che i porti sono chiusi. Qualcuno dice “allora fateci vedere le carte, spiegateci secondo quali regole o circostanze”. Le carte non esistono. Ovvio. Non si possono chiudere i porti senza rendere carta straccia decenni di trattati internazionali. Se si potessero chiudere i porti a piacimento l’Occidente non sarebbe l’Occidente. Anche se serve qualche nozione di storia per capirlo.
Poi. Ieri Il Fatto Quotidiano ha scovato Pietro Gallo, guardia privata (piuttosto ambiziosa) che racconta di un accordo con Salvini nel 2016 per infiltrarsi a bordo di una nave di una Ong per fotografare elementi utili (parla proprio così, come uno 007 in salsa padana) e gli avevano promesso un lavoro, se quello lo avesse perso. Avete capito bene. Come le scarpe spaiate della campagna elettorale di Achille Lauro nel 1956. Ovviamente Salvini non ha mantenuto la promessa. Anche la notizia, a pensarci bene, sembra avere fatto poco rumore.
Poi. Salvini si appunta sul petto un’indagine contro di lui (un ministro dell’Interno indagato che irride la giustizia sembra l’incipit di una tragicommedia, lo so) e l’amichetto Di Maio dice che vuole essere indagato anche lui perché la decisione di Salvini di lasciare soffriggere quei disperati sulla nave Diciotti era avallata anche dal Movimento 5 Stelle. Del resto il Movimento vincerà il premio dell’avallare del secolo, se continua così.
Ora la novità: dei parlamentari italiani (Martina e Orfini) tentano di avvicinarsi alla Sea Watch (che, ricordiamolo, è in acque italiane, anche se Salvini la sogna in una bolla di vetro con la neve finta) e vengono denunciati pure loro.
E allora davvero denunciamoci tutti. Smettiamo di litigare, di affidarci ai dogmi dell’università della vita e affidiamoci alla legge. Scopriremo che non esiste una norma che assegna diverso valore ai morti di fame in base al fatto che siano donne, uomini o bambini. Scopriremo che gli sbarchi non sono finiti. Scopriremo che la politica non si fa con gli annunci sui social ma con gli atti di governo. Scopriremo tanto. Ci accultureremo. Saremo felici. Che ci fa bene.
Buon martedì.