lo sgombero della sede di CasaPound non sarebbe prioritario perché ci sarebbero altri 16 edifici prima di quello a rischio di crollo e a rischio igienico. Buon giovedì

Avete presente ogni volta che arrivano a prendere a calci qualche straccione e a caricargli gli stracci e le coperte e le piccole vecchie inutili cose che si porta con se? La domanda, di qualcuno che assiste a questi atti di violenza è quasi sempre la stessa: perché questa fame? questo odio? questa soddisfazione? Ma soprattutto: cosa c’è di così prioritario nello spostare un disperato all’angolo opposto?

Rispondono, quelle poche volte che vi rispondono quando lo chiedete, che è per motivi di ordine pubblico. Per questo la campagna elettorale permanente del ministro dell’inferno ha bisogno di reati, anche piccoli, per poter funzionare:si si riesce a fare passare il concetto che potrebbero essere fuori legge allora gli elettori diventano già accondiscendenti, anzi fanno addirittura il tifo per loro.

Che i top di CasaPound lo dice banalmente la Costituzione, oltre a qualche centinaio di denunce a loro carico. Qualche settimana fa la sindaca di Roma Virginia Raggi, si era rivolta proprio a Giovanni Tria chiedendogli di “avviare le procedure necessarie allo sgombero dell’immobile al fine di ripristinare le condizioni di legalità”.

E sapete qual è stata la risposta? che lo sgombero della sede di CasaPound non è prioritario perché ci sono atri 16 edifici prima di quello che sono a rischio di crollo e a rischio igienico (come possa essere igienico un covo di fascisti, poi, è tutto da vedere).

Il leader di CasaPound come al solito è stato lestissimo a capire: «La sede di CasaPound rimarrà nel palazzo di via Napoleone III e lo stabile non sarà sgomberato almeno finché esisteranno centri sociali: una volta sgomberati tutti i centri sociali, allora vedremo. Difenderemo la nostra occupazione fino alla fine, e su questo si mettessero tutti l’anima in pace perché la questione non sarà risolta a breve».

Difenderanno l’illegalità fino alla fine. Però intanto ci promettono di salvare l’Italia. Ma va là, su.

Buon giovedì.