Ad uno ad uno, purtroppo, se ne vanno i partigiani della grande impresa della Resistenza contro la dittatura fascista e l’occupazione nazista. Muore Umberto Grilli “Lunghèt” che non aderisce alla Repubblica di Salò, fugge in provincia di Como ed entra nella 52esima Brigata Garibaldi a Lanzo d’Intelvi. Ci abbandonano Soemo Alfieri, il partigiano “Russia” di Parma, che fino all’ultimo mantiene quel legame forte tra i valori della Resistenza e del lavoro, ed Enrico Angelini, che cancella personalmente una svastica impressa sulla targa in memoria dei ribelli alla Cascina Radicosa, tra Trevi e Foligno.
Ci salutano tutti in silenzio: la staffetta Pierina Tavani di Caorso, nome di battaglia “Stella”, che non abbandona la profonda umanità davanti alla follia del nuovo corso del razzismo, il comandante Aldo Sacchetti di Carrara, uno degli uomini della liberazione di Cuneo, Ercolina Gibin di Novara, Danilo Filius “Bob” di Portovaltravaglia, Duilio Paesani di Rimini, Ezio Lavezzi di Imperia, Ugo Berga della Valsusa, Pietro Beccuti di Asti, Giovanni Calisto “Zanò” di Cuneo, Nerina Lanzoni e Alfonso Merzi “Nino” di Reggio Emilia. L’ultimo addio alla partigiana Olga Bernardi di Castelfranco è sulle note di “Bella ciao”, la stessa canzone che si porta via Enzo Biagi, Giovanni Pesce (anche con “Ay Carmela”), Onorina Brambilla, Erminio Lissi, Franco Pasquet e centinaia e centinaia di partigiani. Ci lasciano così, senza troppe celebrazioni, come persone normali, umili e semplici, protagonisti della grande stagione delle scelte, e lasciano un vuoto che è impossibile da colmare. E con loro potrebbero svanire le storie dell’Italia partigiana.
L’Italia liberata. Storie partigiane (uno spettacolo di teatro civile, un film girato e illustrato), parte proprio da qui, dalla fine anagrafica di una generazione che in soli venti mesi, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, riprende le redini del Paese, lo conduce attraverso la Costituzione repubblicana verso la democrazia, dopo lunghi anni governati dal regime fascista, dalle barbarie e dall’orrore del nazismo. È un’idea ambiziosa sostenuta da centinaia di persone che partecipano ad una straordinaria campagna di crowdfunding sulla piattaforma di Becrowdy, il patrocinio non oneroso di Arci, Coop Lombardia, Matera 2019 Open Future, Comune di Milano, e la fondamentale collaborazione con l’Associazione Ponti di memoria e i tanti circoli Anpi e Arci sparsi nel territorio. Giungo al progetto di L’Italia liberata. Storie partigiane dopo quattro libri sulla Resistenza: Il paese della vergogna (Chiarelettere, 2007, anche cd con i Gang), Orazione civile per la Resistenza (Promomusic, 2012), Giovanni e Nori, una storia di amore e Resistenza (Laterza, 2014, anche cd e film), I Carnefici (Sperling & Kupfer, 2015, anche film). E ci arrivo dopo alcune centinaia tra spettacoli e reading messi in scena dal 2004 in Italia nei luoghi della Resistenza, e in Europa, in versione solista e accompagnato da Gang, Gaetano Liguori, Michele Fusiello, Massimo Priviero, e altri incontrati lungo il cammino.
Allora dovevo mettere in campo un progetto ampio: narrare la vita di uomini e di donne che con le loro azioni coraggiose hanno cambiato il corso della Storia; smontare attraverso l’oggettività della documentazione, orale e scritta, la forza delle parole e della narrazione, le tesi false del nuovo revisionismo; trasferire alle nuove generazioni, attraverso linguaggi moderni come quelli del teatro e del cinema, grazie all’ausilio dell’illustratore Giulio Peranzoni, la memoria di migliaia di persone che hanno pagato, anche con la vita, il prezzo delle loro idee di democrazia e di libertà.
Almeno 45mila partigiani civili italiani morti in combattimento o fucilati dopo atroci torture; 22mila mutilati e invalidi; 45mila soldati uccisi in azione, quelli che dopo il 3 settembre 1943, a seguito del breve armistizio di Cassibile, decidono di schierarsi contro i nazifascisti (34mila nell’esercito, 9mila in marina, 2mila nell’aviazione); 20mila soldati morti nei combattimenti poco dopo l’armistizio, 13.400 nei trasporti in mare; 10mila militari assassinati nei Balcani; 9.500 soldati e 390 ufficiali della 33a divisione Fanteria Acqui del generale Antonio Gandin, impegnata a Cefalonia, Corfù e Zante, annientata dai nazisti; 815mila soldati rinchiusi nei lager per essersi rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, 40mila sterminati, come altri 36mila civili; 15mila tra civili, partigiani, simpatizzanti della Resistenza trucidati nelle 2.274 stragi naziste e repubblichine avvenute in Italia. Sono numeri oggettivi e impressionanti che non si possono dimenticare. Ci dicono spesso che bisogna voltare pagina. Ma almeno bisogna conoscerla e leggerla. E allora leggiamola fino in fondo, senza perdere neppure una parola.
Il progetto L’Italia liberata è il grande progetto multimediale di Daniele Biacchessi sulle storie partigiane della Resistenza. Tra le prossime tappe dello spettacolo, Magenta (30 marzo), Monticelli d’Ongina (5 aprile). Il libro omonimo esce il 2 aprile 2019 per Jaca Book. Il film con la regia di Daniele Biacchessi e le illustrazioni di Giulio Peranzoni è pianificato nel 2020. L’intero progetto sarà finanziato attraverso la campagna di crowdfunding dal 2 febbraio al 2 aprile 2019 sulla piattaforma Becrowdy.