Il nostro settimanale è stato invitato a Bruxelles dall’eurodeputata Gue/Ngl Eleonora Forenza a una tavola rotonda sull’antifascismo, i media e la politica e per parlare della risoluzione Ue che propone la messa al bando delle organizzazioni neo nazifasciste

Mettere al bando le organizzazioni neonaziste e neofasciste in tutta Europa. Lo scorso 25 ottobre il Parlamento europeo in seduta plenaria ha approvato una risoluzione comune dei principali gruppi politici (Gue, S&D, Verdi, Alde e Ppe). Nel testo di cui le prime firmatarie sono Eleonora Forenza, (Gue/Ngl), Ana Miranda (Verts/Ale) e Soraya Post (S&D), si chiede all’Unione europea e agli Stati membri di garantire che siano effettivamente bandite le organizzazioni neonaziste e neofasciste e qualsiasi tipo di fondazione e associazione che glorifichi il fascismo e il nazismo. La risoluzione è stata approvata con 355 voti favorevoli, 90 contrari e 39 astensioni. Solo un mese prima, il 21 settembre, Eleonora Forenza e il suo assistente Antonio Perillo erano stati aggrediti a Bari da un gruppo di CasaPound al termine di una manifestazione antifascista. E questo non è che uno tra centinaia di episodi simili che nel nostro e in altri Paesi Ue si sono verificati nell’ultimo anno. Il senso di impunità e di controllo “militaresco” di alcuni territori, specie nelle periferie urbane, da parte delle organizzazioni neofasciste è sempre più pericolosamente palpabile. Basti pensare per quanto riguarda l’Italia alla recente azione di forza organizzata da CasaPound per impedire che 70 persone di etnia rom, in gran parte donne e bambini, prendessero possesso degli alloggi popolari a loro assegnati dal Comune di Roma a Torre Maura. Le forze dell’ordine sono intervenute, non per disperdere i manifestanti che inneggiavano a braccio teso alla deportazione e ad altri orrori ma per portar via quelle persone inermi. Una sospensione dello stato di diritto che dovrebbe far riflettere. Di questi temi abbiamo parlato nella sede di Bruxelles del Parlamento europeo nel corso di una tavola rotonda a cui hanno partecipato l’ ideatrice della risoluzione, Eleonora Forenza con la collega Ana Miranda, e la direttrice di Left, Simona Maggiorelli.

L’atto dell’assemblea di Bruxelles, in cui si cita anche CasaPound, non ha valore vincolante verso i Paesi Ue. Da cosa nasce l’esigenza di coinvolgere l’Europa su questo tema?

E. FORENZA – L’idea della risoluzione è nata dopo l’aggressione che abbiamo subito al termine della manifestazione antifascista e antirazzista che si è svolta nella mia città, Bari, da parte di esponenti di CasaPound. Abbiamo sporto denuncia e 28 persone sono state indagate per ricostituzione del partito fascista. Mentre la sede di CasaPound a Bari è sotto sequestro. Dopo tutto questo è nata l’esigenza di portare quanto accaduto all’attenzione del Parlamento europeo. Perché ovviamente non si tratta solo di un episodio. È un fenomeno assai preoccupante: l’emergere della violenza neofascista in tutta Europa. E così con Ana Miranda e Soraya Post abbiamo lavorato a questa risoluzione. Devo dire che senza questa relazione fra tre donne, tre femministe, tre deputate molto determinate non sarebbe mai stata approvata. Sono molto felice e molto grata ad Ana e Soraya perché hanno fatto davvero un lavoro straordinario.

Grazie a tre deputate pasionarie, il Parlamento europeo ora ha una risoluzione che chiede esplicitamente la messa bando delle organizzazioni neofasciste.

E. FORENZA – Credo che sia un dato molto importante non soltanto perché ormai forze neofasciste si af…

L’articolo prosegue su Left in edicola dal 19 aprile 2019


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Scrivevo già per Avvenimenti ma sono diventato giornalista nel momento in cui è nato Left e da allora non l'ho mai mollato. Ho avuto anche la fortuna di pubblicare articoli e inchieste su altri periodici tra cui "MicroMega", "Critica liberale", "Sette", il settimanale uruguaiano "Brecha" e "Latinoamerica", la rivista di Gianni Minà. Nel web sono stato condirettore di Cronache Laiche e firmo un blog su MicroMega. Ad oggi ho pubblicato tre libri con L'Asino d'oro edizioni: Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro (2010), Chiesa e pedofilia, il caso italiano (2014) e Figli rubati. L'Italia, la Chiesa e i desaparecidos (2015); e uno con Chiarelettere, insieme a Emanuela Provera: Giustizia divina (2018).