C’è una domanda che mi assilla da qualche giorno, io non sono un social manager ma in fondo per lavoro su internet ci devo vivere. Ero già rimasto basito di fronte alle risposte dell’account Facebook dell’Inps che ha pensato bene di prendere in giro chi chiedeva informazioni sul reddito di cittadinanza. Dicono che non ce la facesse più a sopportare le ingiurie eppure se ci pensate la differenza tra un’istituzione e un signor nessuno sta proprio tutta qui: nel rimanere istituzionali anche nelle situazioni più difficili. Se dovessi rispondere alla caterva di insulti che arriva ogni giorno, ogni buongiorno, probabilmente diventerebbe la mia professione per il tempo speso e per il fegato amaro che mi imploderebbe. Ma non sono un’istituzione, io.
Capisco anche (e non condivido) che un certo tipo di stampa sembra più impegnato a darci le descrizioni degli stupri come se fossero capitoli di 50 sfumature di grigio scendendo nei particolari dell’atto sessuale, trasformandosi in cronisti del porno, senza nessun rispetto della vittima, per vendere qualche copia barzotta in più.
Ma questa cosa che i social della Polizia abbiano voluto mostrare al mondo intero le vessazioni del povero anziano morto a Manduria, quei ragazzotti che spalancano la porta e lo riempiono di mazzate mi lascia più che perplesso. Sono tutti con il volto coperto e l’immagine è molto buia quindi non c’è nessuna possibilità (e del resto non c’è nessuna necessità) di riconoscere gli eventuali colpevoli. Com’è andata l’abbiamo letto praticamente su ogni quotidiano e su ogni testata online. Sentire le urla di un uomo che è morto da poco agisce sulle viscere di chi guarda quel video e non aggiunge nulla all’azione della Polizia come istituzione (appunto) visto che non si tratta di un’operazione di Polizia o dell’arresto eclatante di qualche latitante.
Mi chiedo, davvero, che senso ha che un profilo social di un’istituzione diventi improvvisamente un propagatore di bile e di spirito di vendetta come un Salvini qualsiasi?Tutto ciò definisce bene il Far west della comunicazione pubblica che sta invadendo il Paese. Ma esiste una policy dei social della Polizia di Stato? È possibile sapere in base a quale criterio vengano scelti i contenuti da propagare e quale sia esattamente la mission dei canali Facebook e Twitter?
Sono curioso. Mica per altro. Dietro internet ci sono le persone (benché a molti faccia comodo credere il contrario) e mi piacerebbe sapere se quella persona lì, quella che cura i social, ha ricevuto l’ordine (e da chi? e perché?) di mostrarci un vecchio agonizzante e malmenato. E cosa dovrebbe insegnarci tutto questo.
Ben sapendo che non ci sarà risposta. Perché anche questo succede: le istituzioni non rispondono mica, alle domande cortesi, ultimamente. Buon venerdì.