Si chiamano Max, Dottor Gin, Brecciolino, El Cubano, Candy Candy, sono i detenuti che raccontano il penitenziario nel cuore di Roma. Una umanità che chiede di essere ascoltata. Il lavoro viene presentato il 21 e 22 maggio al Macro Asilo in un ascolto collettivo

Non c’è stato bisogno di lenzuola annodate e nemmeno di lime. Ma non è stata comunque un’impresa facile fare uscire dal carcere di Regina Coeli le parole registrate dai detenuti nel corso del primo laboratorio radiofonico realizzato all’interno del penitenziario romano.
Durante i tre mesi di workshop, ogni volta che si premeva il tasto rec, si doveva poi attendere il via libera delle guardie penitenziarie, che provvedevano a riascoltare tutti gli audio consegnati per poi decidere cosa potesse uscire e cosa no.
È accaduto così che alcune parole e intere frasi siano dovute restare dentro. Parole come fil di ferro, (che nel gergo carcerario equivale a manganello) o come rivolta. Oppure frasi come: “Avevo capito come funzionavano le cose …..e così ho detto che ero caduto dalla branda”.
Tutto quello che resta lo potete ora ascoltare in Braccio 5, segnali radio dal carcere di Regina Coeli, un racconto corale, realizzato da un gruppo di detenuti, su cosa sia il dentro e il fuori della vita carceraria.
Il lavoro, dopo esser stato diffuso su Radio Tre Rai e su una serie di emittenti comunitarie tra cui Radio Popolare a Milano, Radio Ciroma a Cosenza e Radio Beckwith a Pinerolo, verrà presentato per la prima volta, il 21 e 22 maggio, al MACRO Asilo di Roma. In questa occasione, l’esperienza proposta sarà quella di un ascolto collettivo: un’immersione sonora in un mondo che viene raccontato evitando le trappole della retorica e del vittimismo.

Il fulcro della narrazione, mixata in un montaggio che a volte suona come un rap, è un percorso audio all’interno del più antico penitenziario della capitale: l’ingresso, la cella, la sala dei colloqui, i corridoi, l’uscita. A fare da guida sono detenuti che hanno tutti nomi rigorosamente inventati. Ognuno ha la sua storia e la sua ricetta da proporre. Ognuno ha la sua voce e una conoscenza da voler condividere. La loro principale abilità sta nell’usare i suoni e le parole come strumenti per scavalcare muri e avvicinarsi ad una società da cui sono tagliati fuori.
È il potere della radio, come direbbe Orson Welles, mezzo in grado di produrre immagini più potenti di qualsiasi schermo ad alta definizione, grazie alla possibilità di stimolare l’immaginazione di chi ascolta.
All’interno del percorso, frutto di un progetto realizzato della cooperativa PID e da Ilde Sonora,
è difficile perdersi. Su sentieri sonori ben tracciati, Max, Dottor Gin, Brecciolino, El Cubano, Candy Candy e gli altri protagonisti di Braccio 5 escono dal Regina Coeli per smontare la retorica giustizialista, quella del sbattiamoli dentro e buttiamo la chiave, e per riportare al centro dell’attenzione le persone e l’universo carcere, di cui si sa sempre troppo poco.

#braccio 5, segnali radio da Regina Coeli, 21 e 22 maggio MACRO Asilo, via Nizza 138. Per info e prenotazioni [email protected]

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