Beni basilari e concreti, a disposizione di tutti, che l’Ue dovrebbe impegnarsi a offrire e proteggere. Agora Europe li ha raccolti in “Charta 2020”, un documento redatto collettivamente da decine di intellettuali dell’intero Continente

Beni basilari e concreti, a disposizione di tutti i cittadini, che l’Unione Europea dovrebbe impegnarsi a offrire e proteggere. Il movimento culturale Agora Europe li ha raccolti in “Charta 2020”, un documento redatto collettivamente da decine di intellettuali e accademici dell’intero Continente. Per fondare una cornice di discussione democratica, dove elaborare l’agenda sociale del prossimo decennio per l’Ue. Contro ogni programma tecnocratico ed etno-nazionalista. Lo proponiamo, di seguito, ai nostri lettori. È possibile sottoscriverlo qui. Charta 2020 sarà presentata inoltre alla Tre giorni di Agorà Europa, che si terrà dal 17 al 19 maggio a Parma.


Charta 2020 – Una carta dei beni pubblici europei

Sezione 1: Spazio politico europeo

1. Europa politica
L’Europa è uno spazio politico. La disponibilità di beni pubblici dipende da esso. Il riconoscimento istituzionale della natura integrata della politica europea è la premessa necessaria per la disponibilità stabile di beni pubblici a beneficio di tutti i cittadini europei. L’istituzione dello spazio politico europeo dipende dalla creazione di una cittadinanza che vada al di là delle norme e dei trattati e dalla nostra riconcettualizzazione delle frontiere. Mentre la costruzione di autentiche istituzioni transnazionali e democratiche richiederà tempo e sforzi, la promozione di nuove pratiche è un compito a portata di mano. Inoltre, la sostenibilità del nostro spazio civico ed economico comune sarà assicurata solo se ci consentiremo di essere protagonisti di una sfera politica di discussione ricca di idee e aperta al dissenso, unendo gli Stati membri orizzontalmente e verticalmente: attraverso le loro porose frontiere, e dalle realtà locali fino a Bruxelles. I cittadini europei meritano una rappresentanza autenticamente transnazionale attraverso cui rivendicare e difendere i beni pubblici essenziali. I cittadini europei dovrebbero avere accesso a una maggiore partecipazione diretta al processo politico europeo.

2. Cittadinanza europea
La cittadinanza europea crea un legame tra l’Unione europea e i suoi cittadini che è definito da diritti e doveri, partecipazione e appartenenza a uno spazio politico comune. Questi diritti – economici, sociali e politici – riguardano non solo le persone che esercitano la loro libertà di movimento in un altro stato membro, ma tutti i cittadini dell’Ue in quanto tali. Eppure ancora oggi, il riconoscimento di questi diritti rimane frammentato, incompleto e fragile. Per offrire una solida base all’integrazione sostenibile dell’Europa, i diritti europei devono essere difesi, unificati e resi permanenti favorendo l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e consentendo un accesso più equo e diretto alla giustizia per tutti i cittadini e i residenti. Ai residenti legali permanenti nel territorio europeo deve essere accordata la massima partecipazione possibile, a tutti i livelli, al governo degli interessi comuni e alla protezione dei loro diritti.

3. Democrazia europea
La legittimità democratica dell’Unione europea deriva non solo dalla democrazia rappresentativa, ma è garantita anche dalla democrazia partecipativa e deliberativa. I cittadini sono quindi chiamati a contribuire non solo attraverso il processo elettorale al governo dell’Ue, ma anche attraverso la loro partecipazione quotidiana ai processi dell’Ue, come espresso nelle consultazioni pubbliche, nelle iniziative e campagne dei cittadini dell’Ue, nelle petizioni al Parlamento europeo, denunce al Mediatore europeo e altre modalità di partecipazione. L’accesso a queste vie deve essere promosso in modo da uniformare l’accesso al processo politico dell’Ue. Inoltre, la creazione di uno spazio politico europeo richiede l’emergere di partiti e movimenti genuinamente transnazionali. La politica democratica va oltre le mere istituzioni e comporta reciproche aperture in linea orizzontale degli organi pubblici nazionali e delle pratiche promosse dal basso di associazioni, sindacati e cittadini.

4. Pace e diritto di ospitalità come responsabilità condivisa
L’Europa si basa sui principi di pace e riconciliazione. Questa idea si sviluppò come reazione contro gli stati totalitari e dispotici e raggiunse il massimo slancio con la fine della Seconda guerra mondiale. Da allora, lo spazio politico europeo è stato dedicato alla promozione della solidarietà e della responsabilità come beni pubblici ultimi. Per essere duratura, la pace deve essere ricercata non solo all’interno del continente ma anche all’esterno. Essa richiede non soltanto impegni fra stati all’interno dell’Europa, ma anche un impegno globale al di fuori dell’Europa, attraverso le frontiere. Lo sviluppo di istituzioni politiche all’interno di una rete di diritto internazionale è stata la condizione primaria per rafforzare l’impegno verso una cultura civile di buona volontà, generosità e ospitalità. Deve esserci coerenza tra le dimensioni interne ed esterne delle azioni dell’Ue. Le alleanze difensive non possono essere escluse in un mondo di conflitti e potenziali minacce, ma devono essere ridefinite al fine di escludere le politiche espansionistiche e la definizione arbitraria dei nemici collettivi. Ciò garantisce che il progetto europeo non riguardi la proiezione dei valori dell’Ue all’esterno, ma la loro universalizzazione all’interno e al di fuori dei confini dell’Ue. Fin dai tempi dei viaggi di Ulisse, l’ospitalità e l’inclusività sono al centro della nostra cultura condivisa e possono essere estese oltre i confini dell’Ue sulla base di una responsabilità condivisa. In un mondo in cui vi è un numero crescente di apolidi, l’impegno pratico nei confronti di questi principi richiede la creazione di un passaporto umanitario internazionale. Questo documento potrebbe essere rilasciato in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Esso assicurerebbe che alle persone che sono esposte a rischi dovuti a motivi di salute, età, necessità e vulnerabilità possa essere garantito un rifugio sicuro nell’Ue.

Sezione 2: Migrazione  

5. Libertà di movimento
Libertà di movimento significa il diritto di scegliere, per tutti gli individui sul suolo europeo, un luogo sicuro in cui i diritti umani, compresi i diritti sociali ed economici, siano pienamente garantiti e rispettati. Questi diritti sono universali e inalienabili. Devono essere garantiti insieme al rispetto per l’umanità, alla dignità e alla solidarietà.

6. Salvataggio in mare e solidarietà europea
Dato il numero di morti di migranti che si verificano ai confini dell’Europa e nel Mar Mediterraneo, le misure di ricerca e salvataggio devono essere la prima priorità dell’azione europea. Queste misure devono essere finanziate dai bilanci europei e devono rispettare pienamente gli obblighi previsti dalle convenzioni pertinenti, in linea con il diritto del mare ed i diritti umani. Le missioni di ricerca e salvataggio devono essere rapide, effettive ed efficaci. Sulla base del principio della solidarietà europea, la responsabilità dell’accoglienza, dei soccorsi e degli sbarchi deve essere condivisa da tutti gli stati membri europei. Le persone soccorse devono essere supportate e non soggette a criminalizzazione o altri maltrattamenti.

7. Sistema europeo comune di asilo
Il sistema europeo comune di asilo deve consentire ai richiedenti asilo e ai rifugiati di circolare liberamente all’interno dello spazio europeo. Questo sistema dovrebbe essere guidato dal principio di integrazione, con il pieno riconoscimento dei diritti economici e sociali. Il quadro adottato dovrebbe essere volto ad ampliare la protezione di tutti coloro che si trovano nello spazio europeo e a garantire un passaggio ed un’assistenza sicuri, nel contesto delle evoluzioni globali ambientali e geopolitiche.

8. Cooperazione Nord-Sud attraverso lo spazio mediterraneo
Il paradigma della sicurezza non dovrebbe essere il fondamento della dimensione esterna della politica europea in materia di migrazione e asilo. La base giuridica dell’asilo e delle pratiche migratorie dovrebbe essere radicata in un dialogo tra i paesi di origine, di transito e di destinazione. Dovrebbe inoltre evidenziare le responsabilità ed il ruolo chiave degli attori regionali e degli attori sovranazionali dell’integrazione. I responsabili delle politiche migratorie possono così accrescere la propria comprensione del processo migratorio e adattare i quadri politici al futuro, in maniera tale che siano al tempo stesso pertinenti ed etici, sviluppando inoltre canali legali e sostenibili per la migrazione, che tengano pienamente conto delle mutevoli realtà geopolitiche.

Sezione 3: Economia

9. Statuto europeo dei lavoratori
L’Europa rimane uno spazio economico estremamente disuguale: i lavoratori in alcune regioni beneficiano di salari, condizioni e pensioni dignitose, mentre in altre regioni non hanno accesso nemmeno ai salari minimi di sussistenza. La grande ricchezza organizzata, operando attraverso il Mercato unico, può sfruttare queste differenze per guidare una corsa al ribasso mentre gli stati membri fanno a gara l’uno con l’altro per attrarre investimenti. È il fenomeno del dumping sociale. Lo Statuto Europeo dei Lavoratori stabilisce un nuovo standard Ue per i salari e le condizioni di lavoro che si applica a tutti i lavoratori, indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla cittadinanza, e stabilisce i criteri per un’armonizzazione al rialzo di questi standard in tutta l’Unione europea. Solo rafforzando il potere dei lavoratori uniformemente in tutta Europa possiamo dare un senso pieno alla cittadinanza europea in materia di economia.

10. Servizi universali di nase
Una crisi di povertà persiste in larghe aree dell’Unione europea, con 118 milioni di persone private dell’accesso a servizi di base come cibo, acqua, assistenza sanitaria e alloggio. L’Ue può impegnarsi a sradicare la povertà garantendo questi servizi universalmente. Questi sforzi andrebbero a costituire uno stato sociale a livello europeo, stabilendo standard per servizi di base e investendo le risorse necessarie per raggiungerli.

11. Investimento pubblico verde
L’austerità ha privato l’Europa degli investimenti necessari e ha sostenuto la sua crisi di disoccupazione. Un massiccio Programma di investimenti verdi può sia porre fine al regime di austerità che sprigionare in tutta Europa una transizione verde verso un’economia a zero emissioni, creando milioni di posti di lavoro verdi nell’industria, nell’agricoltura e nelle infrastrutture. L’Europa dovrebbe cogliere l’opportunità di guidare il mondo in una rivoluzione ecologica.

12. Autorità per la Giustizia Fiscale
Gli ultimi tre decenni hanno visto un forte aumento della disuguaglianza in tutta Europa. Questa trasformazione è in gran parte frutto di un disegno: l’Europa è piena di scappatoie fiscali e di paradisi fiscali – un affronto al principio di solidarietà e giustizia. L’Ue dovrebbe conferire potere a un’Autorità per la Giustizia Fiscale che possa stabilire le linee guida per eliminare i paradisi fiscali e gettare luce sul settore bancario europeo, recuperando risorse fiscali per gli Stati membri e ripristinando la fiducia in una cittadinanza europea condivisa.

Sezione 4: Cultura

13. Cultura e digitale
In democrazia, è richiesto che la cultura, i suoi prodotti e le sue risorse siano accessibili a tutti e ampiamente diffusi ovunque in Europa, affinché possano essere scoperti ed esplorati liberamente in tutta la loro ricchezza. Libertà culturale e libertà di parola, di stampa e di associazione devono essere garantite. L’Europa deve proteggere la cultura dagli effetti deteriori del mercato e sostenere idealmente e materialmente ogni forma d’espressione indipendente. Una via europea alle tecnologie, siano esse più o meno nuove, deve innanzitutto permettere a tutti i cittadini di controllare i dati personali e pubblici e, inoltre, deve adoperarsi affinché, nel rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, più che proteggere i grandi gruppi d’interesse privato, essi possano divenire il volano per future innovazioni.

14. Educazione
Nel corso dei secoli, la storia dell’Europa si è fittamente intrecciata con quella delle sue tradizioni educative: paideia, cultura animi, studia humaniora a Bildung, sono state il prezioso tesoro che ha forgiato i nostri ideali di essere umano. L’Europa è una comunità d’apprendimento e l’educazione è il suo principale strumento per ereditare criticamente il nostro passato comune e per vivere attivamente il nostro futuro comune. È in tale cornice che chiediamo con convinzione un’educazione fondata su irrinunciabili presupposti: relazione attraverso il dialogo, emancipazione individuale e sociale, tolleranza, pensiero critico, differenza come ideale positivo. Un’educazione qualitativamente elevata richiede adeguati investimenti, di cui la società tutta deve beneficiare, grazie al libero accesso per tutti a un’istruzione pubblica per tutte le età della vita e fondata sull’equità.

15. Eredità culturale
Lo spirito dell’eredità europea è la diversità. Ciò abbraccia aspetti differenti, tra cui la pluralità di lingue, di territori, di opere d’arte, di musiche, di stili di vita, di pensiero e di maniere di godere del tempo libero. L’Unione Europea deve preservare e promuovere tale ricchezza di ideali e di modi di vita: essa è un bene comune nel quale ciascuno e tutti possono riconoscersi attraverso percorsi non predeterminati. Ogni cultura può entrare in relazione con le altre senza nulla perdere della sua singolarità, per mettere in campo nuove maniere di vita in comune: differenti approcci possono e devono comporre un futuro all’altezza delle sfide del nostro tempo. L’Europa è simbolo potente ma fragile di una possibile pluralità collettiva nella quale tutte le differenti culture convivano assieme.

16. Processi di emancipazione e autonomia in Europa
Nel suo divenire storico, la cultura europea è stata caratterizzata da una continua trasformazione del suo spazio politico, in ragione dell’emergere delle richieste di riconoscimento avanzate da nuovi soggetti: tra queste dinamiche, le lotte dei lavoratori, delle donne e di tutte le minoranze per l’uguaglianza e per la libertà sessuale e di genere hanno segnato la cultura europea come un processo di emancipazione. Le trasformazioni sociali ed economiche comportano nuovi movimenti di autodeterminazione che possiedono elementi culturali tanto specifici quanto innovativi. L’Europa deve essere un progetto emancipatorio e promotore delle culture di tutte le nuove soggettività coinvolte.

Sezione 5: Ambiente

17. Eguali diritti e dignità per esseri umani, animali e piante
La vita sulla terra è minacciata dal nostro sistema produttivo, basato sulla crescita senza limiti in un pianeta con precisi limiti. Combattere il cambiamento climatico richiede di: adottare energie rinnovabili e modelli energetici altamente efficienti, decarbonizzare, proteggere la biodiversità, il suolo e l’acqua, assicurare la qualità dell’aria e promuovere tecnologie innovative o già adottate per garantire un uso responsabile delle risorse naturali disponibili. Coinvolgendo lavoratori, minoranze, giovani e il pensiero delle donne sulla cura per supportare una rivoluzione ecologica, l’Europa può creare opportunità lavorative di qualità in quest’ambito e così favorire un sistema produttivo che assicuri la fioritura degli umani e della natura non-umana.

18. Produzione alimentare e salute
Abbiamo bisogno di nuove regole per reindirizzare le sovvenzioni verso modelli di agricoltura biologica. Un radicale cambiamento nelle regole e nelle priorità finanziare è l’unico modo per ridurre le emissioni e l’uso dei pesticidi. La produzione di cibo, l’agricoltura e l’allevamento industriali e intensivi sono responsabili del 20% delle emissioni di CO2 a livello mondiale. È necessaria una nuova legislazione europea per fermare il consumo di suolo, l’espansione urbana incontrollata, l’espropriazione di terreni, la pesca indiscriminata, per liberare i mari dalla plastica e preservare le capacità rigenerative dell’ambiente.

19. Consumo critico e responsabile
La modifica del nostro stile di vita per sviluppare capacità umane e relazioni sociali deve avere la precedenza sul benessere materiale. Abbiamo bisogno di un’economia circolare (a rifiuti zero) e di una valorizzazione della produzione e del consumo locali (a Km 0). Ciò comprende il commercio equo con i paesi all’esterno dell’Ue e il riequilibrio delle diseguaglianze tra campagna e città. Inoltre, al fine di ottenere nel lungo periodo la decarbonizzazione, l’Accordo di Parigi deve essere effettivamente applicato e promosso.

20. Lottare contro le diseguaglianze, garantire un eguale accesso alle risorse
Combattere le diseguaglianze e garantire un eguale accesso alle risorse richiede di colmare il debito ecologico del Nord del globo verso il Sud del globo, che è anche una delle cause delle migrazioni forzate. Il prezzo del carbone deve essere basato sulla redistribuzione della ricchezza per garantire che i paesi del Sud del globo siano supportati nella riduzione delle emissioni e possano sviluppare le loro economie. I benefici e i costi della transizione verso un’economia ecologica devono essere divisi equamente. I costi dovrebbero essere applicati in modo progressivo, così da non contribuire all’ampliamento delle diseguaglianze e della precarietà all’interno e tra gli stati membri dell’Ue. È necessaria una fondamentale trasformazione verso un uso, riuso e riciclo più efficienti della nostra produzione e dei nostri modelli di consumo.

Coordinatori di progetto
Caterina Di Fazio
Rui Tavares

Sezioni e coordinatori di sezione
1. Spazio Politico Europeo Étienne Balibar, Caterina Di Fazio, Nadia Urbinati
2. Migrazione Souleymane Bachir Diagne, Daniel Innerarity, Satvinder Juss
3. Economia David Adler, Lorenzo Marsili, Claus Offe
4. Cultura Alberto Alemanno, Niccolo Milanese, Kalypso Nicolaïdis
5. Ambiente Elena Pulcini, Nora Räthzel, Miguel Vatter

Collaboratori
Intro.  Alberto Alemanno, Caterina Di Fazio, Kalypso Nicolaïdis, Rui Tavares, Nadia Urbinati, Frédéric Worms
1. Etienne Balibar, Caterina Di Fazio, Michele Fiorillo, Lorenzo Marsili, Petar Markovic, Gian Giacomo Migone, Kalypso Nicolaïdis, Teresa Pullano, Andrea Sangiovanni, Philippe Schmitter, Rui Tavares, Nadia Urbinati
2. Cristina Blanco Sío-López, Mattia Ciampicacigli, Andrea Costa, Caterina Di Fazio, Souleymane Bachir Diagne, Daniel Innerarity, Satvinder Juss, Cécile Kyenge, Virginie Lefèvre, Marco Maddalena, Titus Molkenbur, Sara Prestianni
3. David Adler, Emanuele Felice, Lorenzo Marsili, Gian Giacomo Migone, Claus Offe, Peppe Provenzano, Philippe Schmitter, Nadia Urbinati
4. Alberto Alemanno, Carlo Cappa, Paola Giacomoni, Alexandra Jouclard, Niccolo Milanese, Kalypso Nicolaïdis, Pasquale Terracciano, Carlo Varotti, Giulia Valpione
5. Suzana Carp, Monica Frassoni, Darian Meacham, Elena Pulcini, Nora Räthzel, Valentina Sardella, Miguel Vatter

Un estratto di Charta 2020 è stato pubblicato su Left in edicola dal 10 maggio 2019


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