Sono passato da Roma. Mi si è avvicinato un uomo. Uno di quelli che spicca per la coordinazione dei colori. Era un uomo giallo. Giallo il papillon, gialla la banda sul cappello, gialla la valigia, giallo il fazzoletto che sbucava dalla giacca. Gli uomini coordinati profumano di cure, hanno sempre il sapore di quelli che al mattino trovano la forza per costruirsi mentre noi strisciamo.
Si chiama Piero Ciamberlano ed è uno scrittore. Meglio. È un libraio. Meglio. È uno scrittore e un libraio. Pubblica poesie, le fa tradurre in inglese, e con la sua valigia piena di libri si avvicina cortesemente ai turisti romani per proporti la sua opera. Sei un collega, mi ha detto. E ha estratto la sua ultima opera, La favola più bella.
Io ci sono rimasto secco a vedere uno scrittore che si fa commesso viaggiatore del suo libro e gli ho chiesto chi fosse, da dove venisse, perché faceva tutto questo, che gente trovava, che reazioni alla sua proposta. Lui si è appoggiato alla staccionata del ristorante e mi ha risposto come se fosse un dovere professionale darmi tutte le spiegazioni possibili. Ma mettendoci così tanto cuore che ci ha annacquato il tavolo. Mi ha raccontato di suo figlio e di sua moglie che lo prendevano per pazzo. Di suo figlio che aveva scavato una buca per seppellire i libri che no, non li avrebbe mai venduti. E invece, mi dice, e invece in giro per Roma ora incontra gente che lo abbraccia, lo ringrazia e questo libro, fuori dalle logiche commerciali, è in giro per il mondo come un virus strabico che sta percorrendo sentieri inusitati.
E mi ha spaccato il cuore un uomo della sua età che decide di metterci la faccia e di sfidare la diffidenza. Sono profumatissime le persone che credono in quello che fanno. Hanno una luce che solo loro riescono ad accendere e hanno un sorriso che gli fa tutto il giro della faccia. E per un secondo Roma, Italia, mi è sembrata bellissima. L’umanità mi è sembrata bellissima.
Buon venerdì.