La vita privata della popolazione tra i 18 e i 40 anni, l’immaginario della sfera intima, le abitudini più comuni e quelle insolite: questo è il focus del Rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani. Un’indagine che misura anche la diffusione di una corretta informazione, indispensabile per il sesso sicuro e per la tutela della salute delle donne. Ne parliamo con la neonatologa e psicoterapeuta Maria Gabriella Gatti

Il primo elemento che emerge dal nuovo Rapporto Censis sul tema della sessualità in Italia è che oggi, in una società sempre più secolarizzata, risulta meno complessata e con meno sensi colpa. Elemento decisamente positivo. Ma proseguendo nella lettura di questa articolata ricerca il quadro diventa molto più complesso e pieno di contraddizioni. Possibile che il venir meno di remore moralistiche non sempre si traduca in una vera emancipazione? Viene da chiedersi leggendo che il 63,3 per cento dei millennials ha rapporti completi non protetti e che persistono pregiudizi riguardo alla contraccezione.

Addirittura il 38,9 per cento delle donne vede nella pillola pericoli per la salute, mentre una alta percentuale di giovani accetta rapporti non protetti mettendo davvero a rischio la propria salute.

Come si spiegano questa arretratezza culturale e de-responsabilizzazione? Per provare a rispondere a questi interrogativi abbiamo chiesto alla neonatologa e psicoterapeuta Maria Gabriella Gatti di aiutarci a interpretare meglio i risultati dell’indagine Censis.
«Da questo Rapporto si deduce che nella popolazione dai 18 ai 40 anni è presente una ridotta attenzione alla protezione personale e di coppia, da gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse». Siamo di fronte – precisa Gatti, docente della scuola di psicoterapia psicodinamica Biospsychè – ad un calo delle vendite dei contraccettivi e nello stesso tempo sono diminuiti gli aborti volontari e le nascite».
I giovani sono ancora poco informati sulla contraccezione?
Sulla contraccezione esiste tra i giovani una generica informazione di base, scarsamente approfondita, molto spesso ricavata dal web. La maggior parte di essi dichiara di non sapere se i vari metodi presenti sul mercato possono essere nocivi alla salute: i più conosciuti sono il profilattico e la pillola ma più di un terzo delle donne sono convinte che quest’ultima possa provocare danni alla condizione fisica. Solo una minoranza si rivolge, per avere chiarimenti e prescrizioni, al medico specialista ed è costituita soprattutto da donne. La contraccezione viene definita da ambo i sessi un limite alla libertà occasionale, un ostacolo alla propria sessualità ed è scelta intenzionale avere rapporti non protetti e correre il rischio. Potremmo ded…

L’intervista di Simona Maggiorelli a Maria Gabriella Gatti prosegue su Left in edicola dal 24 maggio2019


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