Salvini promette «di rivoltare l’Europa come un calzino». Ma i parlamentari leghisti a Bruxelles faranno parte di una minoranza senza alcun peso politico

Ora, preso dall’ubriacatura del trionfo elettorale, il giunonico ministro dell’Interno promette «di rivoltare l’Europa come un calzino» ma i suoi fidati collaboratori devono essersi scordati di fargli vedere i risultati europei nel loro complesso e lui, al solito, ragiona come se il mondo fosse il suo cortile e lui possa davvero risultare credibile come Erode condominiale. In Europa il sovranismo non ha sfondato e il fatto che da noi stia facendo faville interessa al resto del Vecchio continente un po’ come pesa un scoreggia fatta nell’iperspazio.

I parlamentari italiani della Lega sono una sparuta minoranza che non avrà nessun peso in chiave della composizione della maggioranza che guiderà il Parlamento Europeo e anche se dovessero essere presenti a tutte le riunioni (cosa che Salvini non ha mai fatto nella sua lunga carriera politica che gli ha permesso di non lavorare un solo giorno in vita sua, come certificato da sentenza passata in giudicato) non potranno fare altro che pesare per quello che pesano nel computo generale: poco o niente.

E dispiace che Salvini pensi che tutti i partiti possano essere come il Movimento 5 stelle, pronti a farselo salire sulle spalle per lanciarlo ancora più in alto come fanno i padri con i figli al mare. No, caro capitano, non sono tutti così sprovveduti, spiace per te e per i tuoi sogni di vanagloria.

Anzi, a pensarci bene, l’Italia sarà ancora più sola con il suo turbosovranismo che non può certo trovare appoggio con i sovranisti inglesi che stanno facendo ciao ciao con la manina al resto d’Europa e con Orban che è disposto a tutte le foto in posa che servono ma che non vuole prendersi un solo sputo dei migranti in arrivo, come la collega Polonia.

Ha promesso che rivolterà l’Europa come un calzino e invece l’Italia conterà ancora meno. Come scrive il New York Times «l’Italia si dovrà preparare ad un crescente isolamento dopo che i nazionalisti euroscettici della Lega, forza principale della coalizione di governo, hanno trionfato nelle elezioni per il Parlamento europeo. Le richieste del vice primo ministro Matteo Salvini, e leader della Lega, di un allentamento delle regole fiscali e un nuovo mandato per la Banca centrale europea a garanzia dei debiti pubblici, si scontreranno con Bruxelles che non ha alcun interesse ad allentare il rigore fiscale per placare i populisti euroscettici negli Stati membri. Al contrario l’Ue è destinata ad aumentare la sua pressione su Roma per il suo mancato rispetto delle regole fiscali, inviando una lettera mercoledì al governo italiano nella quale si chiedono chiarimenti sul crescente debito. Nonostante la reazione negativa dei mercati, Salvini ha insistito sul fatto che l’Italia necessiti di ampi tagli fiscali, definendo i vincoli fiscali dell’Ue come obsoleti».

E non sono mica comunisti questi.

Buon giovedì.