Aveva promesso che in caso di condanna non ne avrebbe messo in discussione il ruolo. Che personaggio, il ministro dell’Interno: il viceministro leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta sulle spese nel Consiglio Regionale della Liguria e Salvini ne ha accettato le dimissioni. Balle. Balle su balle. Prove di forza di un governo che da parte leghista continua a perdere pezzi per condanne e affini come nel miglior periodo berlusconiano.
Lui, Rixi, si dice tranquillo (beato lui) e Salvini lo ringrazia con un comunicato che sembra quasi commovente, come due vecchi amici che non si vedranno per un po’ perché sono finite le vacanze estive ma, dice Salvini di avergli già trovato un buon parcheggio all’interno del partito con il ruolo di responsabilità che giustamente si conviene a un condannato.
Con la differenza che se tutto questo fosse accaduto con gli altri governi ci sarebbe gente che si sarebbe fatta esplodere (Salvini incluso) in nome dell’onestà e del buon governo e invece qui tutto passa sotto il silenzio, anzi sotto il rumore roboante di un sovranismo che vorrebbe anche decidere tutto.
Del resto che sia Salvini, cioè il ministro dell’Interno a dire “ho accettato le dimissioni di Rixi” significa che non esistano nemmeno più le normali prassi istituzionali. Fa tutto lui. E disfa tutto lui. Ed è segretario di un partito che continua a collezionare le ruberie che gli italiani dicevano di non volere più vedere. E invece ci sono ancora.
Avanti così.
Buon venerdì.