Oltre 150 i tavoli di crisi di aziende aperti al ministero dello Sviluppo economico e 300mila dipendenti a rischio. «Questo governo non ha un’idea di politica industriale», dice Francesca Re David segretaria generale Fiom Cgil

«Padroni e governo: è allarme rosso» dice a Left Francesca Re David, segretaria generale Fiom che, proprio mentre starete leggendo questo numero del settimanale, sarà appena salita sul palco di Napoli, una delle tre piazze con Milano e Firenze dello sciopero generale di otto ore dei metalmeccanici del 14 giugno. Una mobilitazione che si tiene a ridosso della presentazione, a luglio, della piattaforma per il contratto nazionale che scadrà a dicembre. Preludio, forse, di uno sciopero generale in autunno dopo le prime avvisaglie delle manifestazioni di pensionati e dipendenti pubblici e i segnali di una manovra economica durissima. «Sicuramente le questioni strutturali che hanno portato al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro questo governo non le ha messe in discussione – continua Re David – non sono contraria a Quota 100 però non si può dire che questo cancelli la Fornero che continuerà a fare i suoi danni, sulla sanità continuano i tagli e l’ingiustizia fiscale continua a incidere, l’85% del gettito viene dal lavoro dipendente e dei pensionati. Credo che, alle soglie della finanziaria, il governo debba sapere che non basta una mossa di propaganda e tante altre che attaccano il lavoro. Se con la flat tax abbassi un po’ le tasse ma annulli le esenzioni e gli sgravi, i lavoratori se la pagano da soli quella riduzione. L’idea che la finanziaria la debbano pagare i lavoratori questo governo non l’ha intaccata».
Sono oltre 150 i tavoli di crisi aperti al Mise di Di Maio, ma altri possono aprirsi a breve e sono 300mila i dipendenti a rischio. Una situazione che…

L’articolo di Checchino Antonini prosegue su Left in edicola dal 14 giugno 2019


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