Numeri su numeri che ballano, anche se il problema politico rimane fermo e uguale a se stesso. Un vento di destra che soffia forte anche a Cagliari, che ha visto vincere (per ora) un candidato di Giorgia Meloni, sempre più agguerrita. Con dati che però vedono il Pd come il primo partito (al 16%) e una Lega che non sfonda. Al centro di Cagliari, in piazza Gramsci, alla conferenza stampa di Francesca Ghirra, la candidata a sindaco del centrosinistra, la delusione è grande. Dopo otto anni di Massimo Zedda (ex Sel), la città torna al centrodestra con Paolo Truzzu, 46enne, in quota Fratelli d’Italia. Il ballottaggio è sfumato per ottanta voti. Ed è lui il sindaco del capoluogo sardo. Salvo sorprese, viste le premesse. La Ghirra, ex assessora all’urbanistica della giunta Zedda, infatti non si arrende e indica alcune cifre: 33.933, i voti ottenuti dall’avversario, e i suoi 32.351, “Un divario di 1582 voti, ma appena 80 per il ballottaggio”, dichiara. Ma sulle votazioni di Truzzu e Ghirra ha pesato l’astensionismo fortissimo, solo il 50,71% si è presentato alle urne (nel 2016 il 60,2%). Così che l’aspirante prima sindaca di centrosinistra della città si ferma al 47,78 e annuncia un ricorso: “C’è uno scarto minimo, ma sono 1.297 le schede nulle e 22 contestate. Valutiamo con i nostri legali se ci sono gli estremi, per un’azione di verifica. Ci vuole prudenza. Aspettiamo alcuni giorni sia la commissione elettorale che una verifica in sede amministrativa”.

Lui, Truzzu è raggiante, dopo le polemiche di questi ultimi giorni che lo hanno visto al centro di una vivace controversia quando sui social sono rimbalzate le vecchie foto della partecipazione a una manifestazione delle “sentinelle in piedi” per la difesa della famiglia tradizionale. E per essere stato visto accompagnato spesso all’ex dirigente comunale, Gerolamo Solina, condannato per la gestione dei grandi eventi dell’Anfiteatro Romano. Non le uniche macchie, in questa campagna elettorale dichiara Francesca Ghirra: “Un grazie di cuore a tutti i cagliaritani, nonostante un clima non favorevole, non solo da un punto di vista politico. Ma inasprito da alcuni fatti e anomalie. Infatti la notte prima delle elezioni, oltre ad altri numerosi casi di cumuli di immondezza che si sono creati in luoghi dove il porta a porta stava funzionando perfettamente, si sono verificati contemporaneamente tre roghi. A Cagliari mai accaduto”.

Cagliari è andata al voto domenica insieme a 27 Comuni della Sardegna. A Illorai (Provincia di Sassari) è stato eletto il primo sindaco leghista dell’Isola: si tratta di Titino Cau, meccanico, con la lista “Fermiamo lo spopolamento”. Così nulla cambia nella storia autonomista di quest’Isola che ha visto ripetersi ancora una volta le tribolate vicissitudini di riposizionamento, per esempio, dei Sardisti oggi alleati della Lega con il Governatore Solinas. Sempre famosi per i frequenti mutamenti della linea politica. Alternando la partecipazione a coalizioni regionali democristiane, alla fine degli anni Novanta alle liste progressiste dell’Ulivo, passando per le elezioni sarde del 2009 siglando un’alleanza programmatica con il Pdl, Udc e Riformatori Sardi con i quali hanno governato la Sardegna fino al 2013.

 

Numeri su numeri che ballano, anche se il problema politico rimane fermo e uguale a se stesso. Un vento di destra che soffia forte anche a Cagliari, che ha visto vincere (per ora) un candidato di Giorgia Meloni, sempre più agguerrita. Con dati che però vedono il Pd come il primo partito (al 16%) e una Lega che non sfonda. Al centro di Cagliari, in piazza Gramsci, alla conferenza stampa di Francesca Ghirra, la candidata a sindaco del centrosinistra, la delusione è grande. Dopo otto anni di Massimo Zedda (ex Sel), la città torna al centrodestra con Paolo Truzzu, 46enne, in quota Fratelli d’Italia. Il ballottaggio è sfumato per ottanta voti. Ed è lui il sindaco del capoluogo sardo. Salvo sorprese, viste le premesse. La Ghirra, ex assessora all’urbanistica della giunta Zedda, infatti non si arrende e indica alcune cifre: 33.933, i voti ottenuti dall’avversario, e i suoi 32.351, “Un divario di 1582 voti, ma appena 80 per il ballottaggio”, dichiara. Ma sulle votazioni di Truzzu e Ghirra ha pesato l’astensionismo fortissimo, solo il 50,71% si è presentato alle urne (nel 2016 il 60,2%). Così che l’aspirante prima sindaca di centrosinistra della città si ferma al 47,78 e annuncia un ricorso: “C’è uno scarto minimo, ma sono 1.297 le schede nulle e 22 contestate. Valutiamo con i nostri legali se ci sono gli estremi, per un’azione di verifica. Ci vuole prudenza. Aspettiamo alcuni giorni sia la commissione elettorale che una verifica in sede amministrativa”.

Lui, Truzzu è raggiante, dopo le polemiche di questi ultimi giorni che lo hanno visto al centro di una vivace controversia quando sui social sono rimbalzate le vecchie foto della partecipazione a una manifestazione delle “sentinelle in piedi” per la difesa della famiglia tradizionale. E per essere stato visto accompagnato spesso all’ex dirigente comunale, Gerolamo Solina, condannato per la gestione dei grandi eventi dell’Anfiteatro Romano. Non le uniche macchie, in questa campagna elettorale dichiara Francesca Ghirra: “Un grazie di cuore a tutti i cagliaritani, nonostante un clima non favorevole, non solo da un punto di vista politico. Ma inasprito da alcuni fatti e anomalie. Infatti la notte prima delle elezioni, oltre ad altri numerosi casi di cumuli di immondezza che si sono creati in luoghi dove il porta a porta stava funzionando perfettamente, si sono verificati contemporaneamente tre roghi. A Cagliari mai accaduto”.

Cagliari è andata al voto domenica insieme a 27 Comuni della Sardegna. A Illorai (Provincia di Sassari) è stato eletto il primo sindaco leghista dell’Isola: si tratta di Titino Cau, meccanico, con la lista “Fermiamo lo spopolamento”. Così nulla cambia nella storia autonomista di quest’Isola che ha visto ripetersi ancora una volta le tribolate vicissitudini di riposizionamento, per esempio, dei Sardisti oggi alleati della Lega con il Governatore Solinas. Sempre famosi per i frequenti mutamenti della linea politica. Alternando la partecipazione a coalizioni regionali democristiane, alla fine degli anni Novanta alle liste progressiste dell’Ulivo, passando per le elezioni sarde del 2009 siglando un’alleanza programmatica con il Pdl, Udc e Riformatori Sardi con i quali hanno governato la Sardegna fino al 2013.