Pessoa, Kafka e tutti gli autori che sono stati amati dal Nobel lusitano. Nella casa affacciata sul blu dove, con Pilar del Rio, ospitava scrittori e politici, il tempo sembra essersi fermato e il silenzio è denso di memorie vive

Il Vangelo secondo Gesù Cristo, uscito nel 1997 e che gli valse il Nobel, gli attirò le critiche feroci della Chiesa in Portogallo. Polemiche che spinsero Josè Saramago a lasciare per protesta il Paese e trasferirsi a Lanzarote, isola delle Canarie, la più scura, a causa delle ceneri vulcaniche che coprono la superficie, nella cittadina di Tias. Per raggiungere questa piccola città di poco meno di 20mila persone basta salire su di un guagua bianco in partenza dalla stazione di Arrecife, città principale dell’isola.

È un lunedì già estivo. Le vie della città sono vuote. Il tempo, la gente, sono calmi, lenti. Ci si gode ogni secondo, sotto un sole cocente che arriva diretto, coi suoi raggi. Una calura che fa rintanare, in una siesta lunga dalle 12 alle 17 del pomeriggio, molti degli abitanti. Mentre il bar sulla strada che porta alla casa è pieno. Un pensionato italiano sconsiglia di visitare la casa del premio Nobel. «Non è nulla di che. Vedrete solo libri» sancisce, tenendo in mano un romanzo giallo dell’Einaudi, la casa editrice che smise di pubblicare i libri di questo autore che, in un volume, espresse critiche troppo antiberlusconiane. «Non tutti i mali vengon per nuocere» commentò laconico in una intervista poco dopo la censura che lo condusse nelle braccia della Feltrinelli.

E, in effetti, la scelta di approdare proprio su questa isola delle Canarie, fu…

Il reportage di Shady Hamadi prosegue su Left in edicola dal 2 giugno 2019


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