Quando vi stancherete di seguire il ministro dell'interno sul trucco oppiaceo delle Ong magari potremmo tutti insieme discutere di come in Italia si continui a sbarcare (molto di più delle navi che avete visto in televisione e su cui si sta giocando tutta la propaganda recente). E magari discuteremo anche del fatto che gli sbarchi fantasma (di cui a Salvini non interessa parlare per non mostrarsi per il Capitan Colabrodo che è) portano gente di cui non si conoscono le generalità, che viene sbarcata sulle coste senza nessun controllo e che non rientra nemmeno nelle statistiche del ministero, sempre così attento a fingere di avere diminuito gli sbarchi. Discuteremo del fatto che solo nella giornata del 7 giugno, solo per fare un esempio, siano sbarcate 147 persone, che sono più di tutte quelle su cui Salvini ha fatto tutto questo gran fracasso per stonarci le orecchie e nascondere i numeri. 1.218 solo nel mese di giugno, nonostante non se ne parli se non di quelli che fanno comodo per creare clamore. E magari ci renderemo conto che sugli sbarchi che non avvengono con navi della Marina militare o con Ong il rischio di un mancato controllo è estremamente più alto e potenzialmente più pericoloso. Così tutti insieme, a destra e a sinistra, ci renderemo conto una volta per tutte che le persone trasportate dalle Ong sono un numero infinitamente basso rispetto al totale, qualcosa che non incide sul fenomeno nel suo complesso e che siamo caduti nella trappola di chi indica il dito piuttosto che guardare la luna. Ma per fare una cosa del genere, per praticare un po' di onestà intellettuale, bisognerebbe riconoscere che le prove di forza del governo siano solo una pagliacciata per criminalizzare chi salva vite lasciando perdere il lauto traffico che invece continua a riempire le tasche dei trafficanti, quelli veri, quelli vicinissimi alle milizie libiche che l'Italia continua a leccare da anni (Minniti in testa e per primo) senza rendersi conto di ingrassare il proprio nemico. E forse si potrebbe, anche con idee diverse, tornare a fare politica sul serio, discutendo del fenomeno nel suo complesso (e delle colpe dell'Europa) senza scendere nel tifo sfegatato tra fazioni. Il problema è che poi però anche le soluzioni dovrebbero essere credibili mica per uno sbarco utile per twittare ma per un continente che abbiamo depredato e che lasciamo marcire dalle guerre. Buon martedì.  

Quando vi stancherete di seguire il ministro dell’interno sul trucco oppiaceo delle Ong magari potremmo tutti insieme discutere di come in Italia si continui a sbarcare (molto di più delle navi che avete visto in televisione e su cui si sta giocando tutta la propaganda recente).

E magari discuteremo anche del fatto che gli sbarchi fantasma (di cui a Salvini non interessa parlare per non mostrarsi per il Capitan Colabrodo che è) portano gente di cui non si conoscono le generalità, che viene sbarcata sulle coste senza nessun controllo e che non rientra nemmeno nelle statistiche del ministero, sempre così attento a fingere di avere diminuito gli sbarchi.

Discuteremo del fatto che solo nella giornata del 7 giugno, solo per fare un esempio, siano sbarcate 147 persone, che sono più di tutte quelle su cui Salvini ha fatto tutto questo gran fracasso per stonarci le orecchie e nascondere i numeri. 1.218 solo nel mese di giugno, nonostante non se ne parli se non di quelli che fanno comodo per creare clamore.

E magari ci renderemo conto che sugli sbarchi che non avvengono con navi della Marina militare o con Ong il rischio di un mancato controllo è estremamente più alto e potenzialmente più pericoloso.

Così tutti insieme, a destra e a sinistra, ci renderemo conto una volta per tutte che le persone trasportate dalle Ong sono un numero infinitamente basso rispetto al totale, qualcosa che non incide sul fenomeno nel suo complesso e che siamo caduti nella trappola di chi indica il dito piuttosto che guardare la luna.

Ma per fare una cosa del genere, per praticare un po’ di onestà intellettuale, bisognerebbe riconoscere che le prove di forza del governo siano solo una pagliacciata per criminalizzare chi salva vite lasciando perdere il lauto traffico che invece continua a riempire le tasche dei trafficanti, quelli veri, quelli vicinissimi alle milizie libiche che l’Italia continua a leccare da anni (Minniti in testa e per primo) senza rendersi conto di ingrassare il proprio nemico.

E forse si potrebbe, anche con idee diverse, tornare a fare politica sul serio, discutendo del fenomeno nel suo complesso (e delle colpe dell’Europa) senza scendere nel tifo sfegatato tra fazioni. Il problema è che poi però anche le soluzioni dovrebbero essere credibili mica per uno sbarco utile per twittare ma per un continente che abbiamo depredato e che lasciamo marcire dalle guerre.

Buon martedì.