Ricordate Rosa Maria Dell'Aria? È la professoressa di Palermo che insegna all'istituto industriale Vittorio Emanuele III e che venne sospesa perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ci fu un gran clamore in quei giorni. La sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni (quella che candidamente ammette di non leggere libri) era intervenuta su Facebook commentando: «Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere». Lei parlò della «più grande amarezza e la più grande ferita» della sua vita professionale. «Quel lavoro non aveva assolutamente alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti, che da sempre hanno lavorato in modo libero come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio». Dell’Aria ha spiegato di non aver visionato in anticipo la parte della presentazione con le immagini contestate e ha aggiunto: «Il video è il risultato dell’elaborazione dei ragazzi, si era parlato di diritti umani e nella loro elaborazione hanno fatto l’associazione tra il decreto sicurezza e la lesione dei diritti umani». Ha spiegato che il suo lavoro di insegnante consiste nel «modificare il libero convincimento laddove possa essere offensivo, denigratorio o osceno», ma non quello di reprimere le opinioni: «Il mio modus operandi è cercare che i ragazzi si formino un pensiero libero, critico, che siano attenti ai fatti della realtà e che imparino a ragionare e a pensare. Che si formino delle opinioni». Di Maio le telefonò addirittura. "Farò di tutto - disse il vicepremier nel corso del colloquio con la docente - perché lei venga reintegrata il prima possibile. Prima che lo Stato perda è bene che si ravveda". Salvini annunciò la revoca della sospensione e disse che avrebbe inaugurato il prossimo anno scolastico nella sua scuola. Bene. La sanzione non è mai stata annullata, invece. È lei stessa a raccontarlo. Come se le promesse valessero da sole senza farle seguire dalle azioni. A posto così. “Ci tengo alla dichiarazione di illegittimità – ha detto – perché si percepisce già tra i colleghi, tra gli studenti la preoccupazione di non poter più dire in futuro: io la penso così. Forse ci vogliono allineati. E invece noi dobbiamo continuare”. Buon giovedì.

Ricordate Rosa Maria Dell’Aria? È la professoressa di Palermo che insegna all’istituto industriale Vittorio Emanuele III e che venne sospesa perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Ci fu un gran clamore in quei giorni. La sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni (quella che candidamente ammette di non leggere libri) era intervenuta su Facebook commentando: «Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere». Lei parlò della «più grande amarezza e la più grande ferita» della sua vita professionale. «Quel lavoro non aveva assolutamente alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti, che da sempre hanno lavorato in modo libero come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio». Dell’Aria ha spiegato di non aver visionato in anticipo la parte della presentazione con le immagini contestate e ha aggiunto: «Il video è il risultato dell’elaborazione dei ragazzi, si era parlato di diritti umani e nella loro elaborazione hanno fatto l’associazione tra il decreto sicurezza e la lesione dei diritti umani». Ha spiegato che il suo lavoro di insegnante consiste nel «modificare il libero convincimento laddove possa essere offensivo, denigratorio o osceno», ma non quello di reprimere le opinioni: «Il mio modus operandi è cercare che i ragazzi si formino un pensiero libero, critico, che siano attenti ai fatti della realtà e che imparino a ragionare e a pensare. Che si formino delle opinioni».

Di Maio le telefonò addirittura. “Farò di tutto – disse il vicepremier nel corso del colloquio con la docente – perché lei venga reintegrata il prima possibile. Prima che lo Stato perda è bene che si ravveda”. Salvini annunciò la revoca della sospensione e disse che avrebbe inaugurato il prossimo anno scolastico nella sua scuola.

Bene. La sanzione non è mai stata annullata, invece. È lei stessa a raccontarlo. Come se le promesse valessero da sole senza farle seguire dalle azioni. A posto così. “Ci tengo alla dichiarazione di illegittimità – ha detto – perché si percepisce già tra i colleghi, tra gli studenti la preoccupazione di non poter più dire in futuro: io la penso così. Forse ci vogliono allineati. E invece noi dobbiamo continuare”.

Buon giovedì.