Con la richiesta di un nuovo referendum, il Labour si oppone apertamente all’uscita del Regno unito dall’Ue. Dietro non c’è solo la reazione ai risultati deludenti delle elezioni europee, ma il tentativo di fermare un “no deal” che pregiudica i diritti dei lavoratori

Ha fatto molto rumore l’annuncio da parte di Jeremy Corbyn di un parziale cambio di rotta del partito laburista sul fronte della Brexit. Occorre dunque mettere un poco in prospettiva la vicenda, per evitare le semplificazioni.
Innanzitutto va ricordato che nel mese di settembre 2018 il Labour, nella sua Conference annuale, il luogo dove vengono decise le linee programmatiche del partito, aveva votato all’unanimità una mozione in cui la strategia laburista per fermare la Brexit dei conservatori sarebbe stata innanzitutto quella di una battaglia in Parlamento, seguita dalla richiesta di nuove elezioni politiche. A seguito della sconfitta in Parlamento del governo (cosa che è avvenuta nel frattempo tre volte), il partito laburista avrebbe richiesto un nuovo referendum, questo diceva la mozione votata a settembre. In ogni caso, sempre a settembre, si era affermato con forza che fosse necessario fare qualunque cosa per evitare un “no deal” che consiste in una minaccia nei confronti dei diritti dei lavoratori e della qualità della vita dei cittadini del Regno Unito.

Alla luce di queste posizioni che, ripetiamo, sono le linee programmatiche del Labour da quasi un anno, non deve destare troppo scalpore il fatto che Corbyn oggi proponga un nuovo referendum sulla questione. Nel frattempo, infatti, Theresa May ha, nell’ordine: chiuso un accordo con l’Unione europea che è stato bocciato per ben tre volte in Parlamento, ha dovuto richiedere il rinvio della Brexit – inizialmente prevista per il 29 marzo 2019 – al 31 ottobre 2019 e invitato il Labour a Downing street per trovare un accordo senza però avere l’autorità per chiuderlo perché, mentre trattava con l’opposizione, il proprio partito l’ha sfiduciata e i suoi probabili successori avevano linee totalmente differenti rispetto alla sua.

Non sorprende dunque che il Labour abbia deciso di mettere tutto il proprio peso sulla richiesta di un nuovo referendum. Jeremy Corbyn si è spinto per…

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L’articolo di Domenico Cerabona prosegue su Left in edicola fino al 25 luglio 2019


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