Il Psoe sottolinea che la posizione sul governo di coalizione non è cambiata e prende tempo. Tra i punti proposti da Podemos, tra l'altro, l'aumento del salario minimo, la scuola dell'infanzia gratuita, gli affitti più bassi

Unidas Podemos propone, ma è il Psoe che dispone. È appena passato ferragosto e Pedro Sánchez, presidente del consiglio in attesa di governo, è in vacanza a Doñana, nel sud della Spagna. Unidas Podemos si riunisce, discute e invia al Psoe una nuova proposta per riprendere i negoziati per un governo di coalizione. Un documento di 110 pagine, con 4 diverse proposte organizzative di ministeri e vicepresidenze possibili. Titolo e sottotitolo: “Proposte per riprendere il dialogo. Per un accordo globale per il governo di coalizione”.
I negoziati si erano conclusi a luglio, senza accordo e senza investitura per il candidato socialista Sánchez, che ora ha tempo fino al 23 settembre per uscire dallo stallo, per cercare e raccogliere sostegno, per evitare la convocazione di nuove elezioni anticipate.

Il documento inviato da Pablo Iglesias & C. prende l’iniziativa e non accetta il continuo rinvio del dialogo: «Per formare il più presto possibile un governo di coalizione, come già esiste in molti altri Paesi europei e nel nostro paese a livello comunale e regionale». Il testo è un po’ prolisso e include anche una serie di proposte programmatiche, copiate e incollate dalla seconda versione del documento España Avanza, redatto dal Psoe lo scorso luglio, e dall’accordo di bilancio per il 2019 già concordato lo scorso autunno da Unidas Podemos e Psoe.

Tra le proposte del documento dei podemisti è previsto, a fine legislatura, l’innalzamento del salario minimo inter professionale a 1.200 euro; l’aggiornamento per legge delle pensioni all’indice dei prezzi al consumo e l’abrogazione della riforma del lavoro del 2012; la richiesta di universalizzare la rete pubblica delle scuole da 0 a 3 anni in modo che qualsiasi famiglia vi possa accedere; definire congedi di paternità e maternità uguali e non trasferibili; garantire servizi pubblici e un’adeguata connettività ovunque nel Paese; la fine delle porte girevoli, meccanismo che permette ai politici di riciclarsi nelle aziende private, e la creazione di un’unità di polizia specializzata nella corruzione istituzionale; stabilire affitti più bassi e calmierati per evitare speculazioni e garantire il diritto all’alloggio; fissare un tasso minimo effettivo del 15% per le banche, in modo che il salvataggio bancario venga progressivamente restituito alle casse dello Stato; proposte di obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni di CO2; promuovere una legge sui cambiamenti climatici temeraria, che preveda una riforma del mercato elettrico per favorire le energie rinnovabili e ridurre la bolletta dell’elettricità.

E più avanti si legge: «Questo governo di coalizione può diventare un riferimento in tutta Europa che dimostra che un’uscita sociale e democratica dalla crisi economica è possibile. Intendiamo lavorare sodo per costruire una nuova Europa che metta al centro le persone e i loro diritti».

Il Psoe prende tempo, è contrariato per aver ricevuto il documento in contemporanea con i mezzi di comunicazione e non prima in esclusiva, impiega qualche ora per leggerlo e risponde: è impossibile. Apprezzano la proposta, «nel programmatico, ci è molto vicina», ma sottolineano che la loro posizione su un possibile governo di coalizione non è cambiata. Il documento di risposta della leadership socialista ricorda che molte delle misure incluse già hanno “fatto parte del discorso di investitura del candidato premier” lo scorso luglio, ma si evidenziano le «importanti differenze nelle questioni statali», ossia le discordanze sulla soluzione della questione catalana.

Non piace l’idea di Unidas Podemos di creare un tavolo dei partiti sulla Catalogna, parallelo alle istituzioni, per incentivare una soluzione politica e non giuridica della crisi territoriale. “La proposta del Psoe è nota: dialogo all’interno della legge, rispetto della Costituzione e rafforzamento dello Stato autonomo”, si legge nel comunicato socialista. «Speriamo che si possa raggiungere un ampio accordo per sbloccare la situazione politica e che presto la Spagna abbia il governo che gli spagnoli hanno votato in maggioranza: un governo progressista, femminista, ambientalista ed europeista guidato dal Psoe», conclude la formazione guidata da Pedro Sánchez, che invita Unidas Podemos a «lavorare in quella direzione».

Lo stallo continua, i socialisti, per ora, finiscono le vacanze e restano rintanati nella loro idea di governo monocolore o, alla peggio, di elezioni, lasciando nell’incertezza e nella delusione milioni di persone che avevano votato per un governo progressista che delineasse un paese diverso.