Dopo essersi visto respingere il romanzo “La strada per Los Angeles”, Fante intuì che i conti con il proprio passato ancora non erano stati fatti. Così raccontò la figura paterna di Svevo. Ed è il vero cuore di “Aspetta primavera, Bandini”

«Ho fatto un sacco di lavori al porto di Los Angeles perché la nostra famiglia era povera e mio padre era morto». Questa la frase di apertura de La strada per Los Angeles, il primo romanzo del quale John Fante completò la stesura, nel maggio del 1936, ma che venne rifiutato da una sequela di editori e messo da parte, per poi essere pubblicato postumo da Black Sparrow Press nel 1985. A parlare è Arturo Bandini, poco più di un ragazzo, e la sua voce è per molti versi già quella che i lettori di tutto il mondo hanno imparato a conoscere attraverso le pagine di Chiedi alla polvere: aspra, ironica, animata da un furibondo dinamismo, carica delle illusioni e della rabbia di chi combatte per un posto al sole nella fabbrica dei sogni, ma rimane un corpo estraneo.

Non è però Chiedi alla polvere il romanzo cui Fante si dedica, dopo aver messo nel cassetto la sua opera prima. La narrazione in prima persona viene temporaneamente accantonata, e il libro sul quale Fante torna a lavorare è un progetto antico, il cui primo titolo di lavorazione era Mater Dolorosa e il secondo, con inversione esemplare, Pater Doloroso. Acquistato dalla Viking Press sulla base di una sinossi, e con un anticipo di 150 dollari, Pater Doloroso sarà pubblicato nel settembre del 1938 con il titolo Aspetta primavera, Bandini, ottenendo un notevole successo e assicurando a Fante una posizione di rilievo sulla scena letteraria americana.
Questo l’incipit di Aspetta primavera, Bandini

Luca Briasco, americanista, editor, traduttore è tra gli ospiti del John Fante festival che si svolge dal 22 al 25 agosto a Torricella Peligna (Chieti)

L’articolo di Luca Briasco prosegue su Left in edicola dal 23 agosto 2019


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