Stiamo vivendo l’ultimo atto di una storia che parte dalla crisi della prima repubblica. A sinistra si sta pagando l’idea che i partiti fossero ormai obsoleti, la subalternità al neoliberismo e un concetto di governabilità che ha prodotto dei monstrum come la legge elettorale Rosatellum

Ma com’è possibile che si sia arrivati a questo punto? Credo sia una domanda che molti si stanno ponendo in queste settimane, di fronte alle convulse vicende politiche di questo agosto italiano. Ed è una domanda inquietante, quale che sia lo sbocco immediato che potrà avere questa crisi. Se anche assumiamo che il voto europeo, e poi i sondaggi, non siano destinati ad essere confermati esattamente alle prossime elezioni politiche, rimangono alcuni dati di fatto: la forza politica, il consenso diffuso, una vera e propria egemonia culturale, che possiede ed esercita oggi nel nostro Paese una destra reazionaria, xenofoba, nazionalista, pericolosamente incline a stravolgere ogni vincolo costituzionale; e, di contro, un’area democratica debole, divisa, incapace di mettere in campo idee, risorse e organizzazione che possano contrastare quell’egemonia; ed in mezzo, una formazione politica, il M5s, a cui molti italiani si erano rivolti, con un misto di speranze e di risentimento, e che – dopo un anno di governo – mostra tutta la fragilità e l’inconsistenza delle sue basi ideologiche, l’assenza di una vera bussola di principi e ideali a cui ispirarsi.

E allora, di fronte a tutto questo, è possibile suggerire una qualche chiave di interpretazione che sfugga alla trappola dei retroscena giornalistici, e che ci permetta di capire qualcosa su ciò che accade effettivamente, e su cosa potrà accadere?

Quello che stiamo vivendo è…

L’articolo di Antonio Floridia prosegue su Left in edicola dal 23 agosto 2019


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