Fa tenerezza il ministro dell’Interno che si arrabatta prima di inscatolare le sue cose al Viminale. Fa tenerezza nella sua fragorosa profusione di bugie che racconta come se ci credesse davvero: lui che ha fatto tutta la campagna elettorale a braccetto con Berlusconi (e con la Meloni in scia) e li ha abbandonati per trovare l’accordicchio con il Movimento 5 stelle ora guaisce contro gli accordi degli altri, convinto davvero di essere uno stratega. È riuscito a infilarsi da solo nel sacco e ora si inventa poteri forti in giro che sono i suoi stessi compagni di strada fino a qualche giorno fa, gli stessi che ha eroso a forza di fare propaganda e che ha gettato convinto di avere abbastanza voti.
Fa tenerezza il ministro Salvini che prima ci insegnava come si doveva fare il ministro dell’Interno, ci ripeteva che stava in mezzo al popolo perché si doveva fare così, fingendo di fare attività istituzionale quando era solo bieca campagna elettorale. E ora è incollato alla sedia contravvenendo a se stesso, fingendo di fare il bravo impiegato con le foto dei figli usati come scenografia del solito set delle sue bugie raccontate per avere un buon sfondo.
Fa tenerezza Salvini che si ingegna per firmare divieti alle navi Ong, l’ultima la Mare Jonio piena di donne incinte e di bambini, cercando di convincerci che siano un problema per la sicurezza nazionale e poi basta una foto, una foto qualsiasi, perché si sbricioli in tutta la sua vigliacca ipocrisia.
Ora ricomincerà con la sua solfa, pregherà il Sacro cuore di Maria perché qualche immigrato compia un reato qualsiasi. E intanto il suo gradimento cala. Intanto i suoi fidi spalatori di fango che gli curano i social non glieli pagheremo più noi. E probabilmente arriveranno anche i processi.
Chiuda la porta, quando esce, Capitano.
Buon giovedì.