Fermare Salvini e costruire l’alternativa alle politiche liberiste sono le due facce della stessa medaglia.

All’inizio di agosto Salvini ha aperto la crisi di governo. La sua decisione è stata motivata dalla volontà di avere “pieni poteri” al fine di poter realizzare il progetto politico reazionario della Lega. Un progetto nazionalista, razzista, nazistoide nella costruzione del capro espiatorio e dell’uomo della provvidenza. Un progetto anticostituzionale e plebiscitario, che occorre fermare, ed a cui occorre costruire una alternativa che risponda da sinistra alla crisi sociale e morale di cui Salvini è frutto ed interprete in senso fascistoide.

Di fronte a questa offensiva è assolutamente fondamentale, prima di arrivare a qualunque consultazione elettorale, modificare la legge elettorale in senso proporzionale. Occorre evitare che la “minoranza più grossa” possa produrre irreversibili scardinamenti Costituzionali favoriti dalla torsione maggioritaria della legge elettorale oggi in essere. Noi comunisti ci siamo battuti contro la legge truffa e il maggioritario non spianeremo la strada a Salvini!

In questo quadro Pd e M5s hanno aperto un dialogo al fine di dar vita ad un nuovo governo. Non è il nostro governo ma si tratta di una scelta totalmente legittima sul piano Costituzionale e democratico. Il governo tra M5s e Lega è stato il frutto di una convergenza parlamentare tra la Lega Nord che si era presentata alle elezioni con Berlusconi e il M5s. La via maestra sul piano costituzionale per affrontare la crisi di un governo nato in parlamento è la verifica se in parlamento esiste un’altra maggioranza. Gli starnazzi di Lega e Fratelli d’Italia contro questa prospettiva non hanno alcuna ragione democratica e Costituzionale. Nessuna.

A questo governo va quindi chiesto di dar vita ad una legge proporzionale pura e di affrontare le principali emergenze sociali: lo smantellamento integrale delle riforme negative poste in essere negli anni passati (Fornero, Jobs Act, Buona scuola, etc), delle leggi liberticide in materia di immigrazione e di repressione delle mobilitazioni popolari, il ripristino di una tassazione fortemente progressiva che prenda i soldi dai ricchi per finanziare il welfare e un piano per il lavoro che dia vita ad una riconversione ambientale dell’economia e delle produzioni.

Per ottenere questo è necessario costruire un movimento di massa che, nel caso – assai probabile – in cui il governo proceda in tutt’altre direzioni, dovrà diventare un movimento di opposizione.

Ritengo infatti assolutamente necessario sconfiggere la destra fascistoide di Salvini e penso che questo risultato non sia raggiungibile attraverso il sostegno ad un governo che non rompe con il liberismo. Sono infatti le politiche liberiste fatte dal centro sinistra che hanno aperto la strada alla disperazione e all’impotenza di massa in cui sguazza la destra fascistoide. Fermare Salvini e costruire l’alternativa alle politiche liberiste sono le due facce della stessa medaglia. Nessuna equiparazione tra fascisti e liberali, tra fascisti e centro sinistra ma costruzione dell’alternativa di sinistra a partire dalla piena autonomia dei comunisti e della sinistra.

Non dobbiamo quindi perdere il tempo che il probabile governo PD/5S ci fornirà. Non dobbiamo stare a guardare come tifosi o a difendere presunte ultime spiagge ma – proprio al fine di costruire l’alternativa – operare per dar vita ad un movimento sociale che superi il senso di impotenza che caratterizza la situazione sociale attuale.

Da un lato la costruzione di una narrazione popolare che individui la soluzione dei nostri problemi nell’azione di un sano conflitto del basso contro l’alto. Dall’altra la costruzione di un lavoro finalizzato all’attivazione di movimenti sulle principali emergenze sociali ed alla loro unificazione in una prospettiva di trasformazione egualitaria, libertaria, ambientalista, femminista, pacifista. L’alternativa non è tra Salvini e Conte ma la terza via: questo mi pare il progetto politico attorno a cui aggregare la sinistra oggi in Italia.

Paolo Ferrero è vicepresidente del Partito della Sinistra Europea