Milioni di persone vogliono un cambiamento di sistema e non solo di linguaggio.

Le manifestazioni dei Fridays for Future sono state, come previsto, affollatissime, più di sei milioni di partecipanti. E sono state tutte pacifiche. Nessuna violenza nemmeno provocata da sobillatori esterni come spesso succede anche con la complicità delle forze di polizia. Come promesso da Greta Thunberg e da altri membri del nuovo movimento mondiale, i manifestanti hanno continuato a martellare e rafforzare la denuncia della debolezza dell’azione e la richiesta di azioni urgenti, ma hanno anche annunciato di aver iniziato delle procedure in giustizia di denuncia contro gli Stati e altri organi pubblici per inadempienza e non rispetto delle leggi in materia di salvaguardia e cura della via, delle risorse naturali , degli ecosistemi.

Da un po’ di tempo, sono convinto anch’io che il ricorso allo strumento del Diritto sia un modo efficace ed inevitabile, per esempio delle lotte contro la mercificazione e la contaminazione e l’inquinamento dell’acqua per la vita cosi come contro la non concretizzazione del diritto all’acqua per tutti. Non possiamo lasciare ai potenti la possibilità di continuare impunemente a distruggere la vita della Terra;

Promuoviamo una specie di “impeachment generale” delle persone e dei gruppi sociali oggi al potere responsabili diretti del disastro climatico.

Non dimentichiamo altresì che il problema chiave non è la sostituzione delle persone al potere per rimpiazzarle con altre della stessa “generazione” di idee, priorità, scelte. Sostituire le persone è per cambiare il sistema. Il cambio del clima non può essere fatto senza il cambio del sistema che ha generato il disastro.

Ultima riflessione. Dei 6 milioni di manifestanti circa un milione è stato solo on Italia! Una percentuale enorme. Non oso tentare un’interpretazione ma solo porre una domanda: quale lezione tirerà il nuovo governo italiano da un fatto cosi potente che, proprio nel contesto italiano, credo, dice ” vogliamo un cambio sostanziale, non solo un cambio di linguaggio”? Altro che xenofobia, altro che rigetto dell’altro, altro che affarismo e grandi opere predatrici della vita! Ad ogni modo, è un auspicio che mi permetto, abitante della Terra, di trasmettere ai membri del governo.

Riccardo Petrella è un economista e presidente dell’istituto europeo di Ricerca sulla politica dell’Acqua a Bruxelles