L’architettura moderna crea ancora problemi in fatto di tutela. Nei giorni scorsi la senatrice Margherita Corrado (archeologa, membro della Commissione Cultura del Senato, M5S) si è vista costretta a intervenire per tutelare un’opera progettata dall’ingegnere Pier Luigi Nervi: il magazzino del sale a Cirò Marina (provincia di Crotone), proprietà privata, a rischio di distruzione. Nell’intervista rilasciataci la senatrice ha dichiarato: “Ho scritto alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiBAC per chiedere che si attivi a tutela del magazzino a copertura parabolica continua dell’ex stabilimento Sali Italiani di Punta Alice di Cirò Marina (Kr), in corso di bonifica da parte di Syndial. Il silos, capace di ben 140mila tonnellate di cloruro di sodio iperpuro, fu costruito nel 1970 su progetto dell’architetto piemontese Pier Luigi Nervi (1891-1979). Non avendo ancora 70 anni, il manufatto manca del requisito richiesto dal Codice Urbani per essere tutelato ex lege. Rientra, tuttavia, in un piccolo nucleo di analoghi magazzini che la progressiva dismissione degli impianti industriali di pertinenza ha messo e mette a rischio di demolizione, destino toccato ad esempio a quello dell’ex stabilimento Montedison di Crotone. Se non bastasse, il monumentale silos di Punta Alice (lungo 175 m e largo 70, alto in chiave 32 m) è ormai parte di un paesaggio storicizzato che affianca ai ruderi del santuario magno-greco di Apollo Aleo, scoperto nel 1924 e indagato da Paolo Orsi per primo, un interessante esempio di architettura moderna in cemento, combinazione ‘impensabile’ ma dal fascino peculiare”. Inevitabile più di una riflessione. Nulla ha insegnato, evidentemente, “il fattaccio brutto” del nuovo stadio per la Roma calcio dove è previsto l’abbattimento delle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle realizzate per le Olimpiadi del 1960. A capo della direzione generale cui si è rivolta la senatrice è da qualche tempo, per scelta dell’ex ministro Alberto Bonisoli, Federica Galloni, già responsabile della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane. Verrebbe da starsene sereni se la memoria non stesse lì a indicarci che la medesima Galloni era direttore regionale MiBACT del Lazio proprio nella fase più cruciale che ha portato alla decisione di abbattere le tribune che qui si sono ricordate. Tornando allo specifico, non rimane che attendere e vedere gli sviluppi anche di quest’ennesima, già infelice, vicenda crotonese. A ben vedere, considerazione al margine, sempre la Galloni avrebbe un motivo aggiuntivo per favorire la tutela del deposito di Nervi a Cirò perché chiama in causa le nostre coscienze di cittadini e progettisti. L’architettura del noto ingegnere piemontese è la dimostrazione che anche un’opera squisitamente funzionale può avere elevata qualità. Constatazione non da poco soprattutto se vista alla luce degli orribili capannoni industriali che inquinano visivamente il paesaggio italiano a cominciare dalle periferie urbane.

L’architettura moderna crea ancora problemi in fatto di tutela. Nei giorni scorsi la senatrice Margherita Corrado (archeologa, membro della Commissione Cultura del Senato, M5S) si è vista costretta a intervenire per tutelare un’opera progettata dall’ingegnere Pier Luigi Nervi: il magazzino del sale a Cirò Marina (provincia di Crotone), proprietà privata, a rischio di distruzione. Nell’intervista rilasciataci la senatrice ha dichiarato:
“Ho scritto alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiBAC per chiedere che si attivi a tutela del magazzino a copertura parabolica continua dell’ex stabilimento Sali Italiani di Punta Alice di Cirò Marina (Kr), in corso di bonifica da parte di Syndial. Il silos, capace di ben 140mila tonnellate di cloruro di sodio iperpuro, fu costruito nel 1970 su progetto dell’architetto piemontese Pier Luigi Nervi (1891-1979). Non avendo ancora 70 anni, il manufatto manca del requisito richiesto dal Codice Urbani per essere tutelato ex lege. Rientra, tuttavia, in un piccolo nucleo di analoghi magazzini che la progressiva dismissione degli impianti industriali di pertinenza ha messo e mette a rischio di demolizione, destino toccato ad esempio a quello dell’ex stabilimento Montedison di Crotone. Se non bastasse, il monumentale silos di Punta Alice (lungo 175 m e largo 70, alto in chiave 32 m) è ormai parte di un paesaggio storicizzato che affianca ai ruderi del santuario magno-greco di Apollo Aleo, scoperto nel 1924 e indagato da Paolo Orsi per primo, un interessante esempio di architettura moderna in cemento, combinazione ‘impensabile’ ma dal fascino peculiare”.
Inevitabile più di una riflessione. Nulla ha insegnato, evidentemente, “il fattaccio brutto” del nuovo stadio per la Roma calcio dove è previsto l’abbattimento delle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle realizzate per le Olimpiadi del 1960.
A capo della direzione generale cui si è rivolta la senatrice è da qualche tempo, per scelta dell’ex ministro Alberto Bonisoli, Federica Galloni, già responsabile della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane. Verrebbe da starsene sereni se la memoria non stesse lì a indicarci che la medesima Galloni era direttore regionale MiBACT del Lazio proprio nella fase più cruciale che ha portato alla decisione di abbattere le tribune che qui si sono ricordate. Tornando allo specifico, non rimane che attendere e vedere gli sviluppi anche di quest’ennesima, già infelice, vicenda crotonese.
A ben vedere, considerazione al margine, sempre la Galloni avrebbe un motivo aggiuntivo per favorire la tutela del deposito di Nervi a Cirò perché chiama in causa le nostre coscienze di cittadini e progettisti. L’architettura del noto ingegnere piemontese è la dimostrazione che anche un’opera squisitamente funzionale può avere elevata qualità. Constatazione non da poco soprattutto se vista alla luce degli orribili capannoni industriali che inquinano visivamente il paesaggio italiano a cominciare dalle periferie urbane.