È l’ottobre 1888 e il pittore sognava di creare ad Arles un atelier du Midi per gli artisti. E intanto dipinse la sua stanza da letto. Un’opera che venne modificata in seguito in un dettaglio: il ritratto sulla parete di una donna sostituì quello di un suo amico

Per Van Gogh gli oggetti non sono oggetti. Sono esseri viventi, quasi persone. Chi nei suoi quadri incontra i nidi, le scarpe, gli alberi in fiore o i girasoli difficilmente dimentica quegli oggetti-persone. Perché questo è il punto. Van Gogh non dipinge affatto “nature morte”, dipinge gli oggetti in un sforzo di renderli accesi e vitali, in una sorta di continuo anelito verso un altro da sé in cui però vuole riconoscersi ed essere riconosciuto.

L’universo delle immagini di Van Gogh è quindi carico di significati simbolici: è un mondo pieno di rimandi letterari, religiosi, magici e autobiografici. Ma la vita dell’artista non spiega l’opera, al contrario è l’opera stessa la più alta narrazione della vita. Come se l’opera inscrivesse dentro di sé il reale e il simbolico e fosse l’unica forma autentica di vita dell’artista.

«Ciò che Van Gogh vuole – scrisse Giulio Carlo Argan – è una pittura vera fino all’assurdo, viva fino al parossismo, al delirio, alla morte. La materia pittorica acquista un’esperienza autonoma, esasperata, quasi insopportabile: il quadro non rappresenta, “è”».

Il quadro di Van Gogh in cui questi livelli di impersonificazione si trovano esaltati è La camera da letto di Vincent dipinto nella settimana dal 15 al 22 ottobre del 1888 ad Arles, in Provenza. Van Gogh sin dal primo mese del suo soggiorno in Provenza aveva dettagliatamente descritto al fratello Theo l’idea di fondare ad Arles un “atelier du Midi”, cioè uno studio in cui…

L’articolo di Antonino Saggio prosegue su  Left in edicola dal 18 ottobre

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Antonino Saggio, architetto e urbanista, docente di Progettazione architettonica e urbana alla Sapienza università di Roma, il 20 ottobre terrà una lectio magistralis al Macro di Roma dal titolo “Il mistero della stanza”.

Tra gli eventi in corso che approfondiscono la figura artistica del pittore olandese, da segnalare la mostra al Van Gogh Museum di Amsterdam, aperta fino al 12 gennaio 2020, dedicata a Jean-François Millet, esponente della “pittura contadina”, un artista che ha ispirato Van Gogh.