L’uomo della Leopolda, l’ex rottamatore, vorrebbe piacere a tutti. Ma il suo unico e autentico amore, a oggi non corrisposto, è l’elettorato del Cavaliere. E per conquistarlo ha varato riforme che erano il sogno della destra: dal Jobs act alla Buona scuola

Cyrano: «Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, un punto rosa sulla i di ti amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, una comunione che sa di fiore …».
Quella di Matteo Renzi è, al fondo, la storia di un amore non corrisposto e impossibile, che richiama alla mente quello disperato di Cyrano de Bergerac.

Ma, a differenza dell’amore per Rossana descritto nel poema di Rostand, non si tratta di una passione nascosta, giacché tutto quello che fa il rignanese è esibito e reclamato con grida da mercato ambulante. Da quando è apparso nella politica italiana, come tutti i narcisi Renzi si ama, si corrisponde e a tutti vorrebbe piacere, ma il suo unico e autentico amore esterno alla sua persona, il solo per il quale da sempre si strugge e si affanna senza però mai riuscire a conquistare il suo cuore, è riservato ad un idealtipo: l’elettore berlusconiano.

Cyrano: «Il mio cuore non ti lasciò mai sola un secondo; io sono e sarò anche all’altro mondo, colui che t’ama senza misura …».
Per capire quale fosse l’oggetto della martellante concupiscenza del nostro uomo non occorreva fare approfondite analisi, bastava ascoltarlo. Infatti fin dal 2012, quando si candidò alla prima delle sue tre “primarie del Pd” l’allora sindaco di Firenze lo disse chiaramente: «Mi spiegate un buon motivo perché dovrei fare l’accordo con una forza moderata che mi va a prendere i voti del centrodestra in conto terzi e non posso essere io…

L’articolo di Luciano Belli Paci è tratto da Left in edicola da venerdì 1 novembre

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Luciano Belli Paci è avvocato e componente del Circolo Rosselli di Milano