Hanno fatto ammuina, hanno finto di darsi un po’ di gomito come se gli interessasse davvero, hanno detto che c’era altro di importante a cui pensare, hanno detto che ci avrebbero pensato, hanno detto che ci stavano pensando, hanno finto di essere contriti e molto pensierosi, hanno detto che sì c’erano cose da cambiare, ma non tutto, ci hanno spiegato, o forse tutto, ci hanno ripensato. E sono riusciti nel loro capolavoro più grande: il tempo è scaduto e l’Italia continua a essere l’amico degli amici libici, la finanziatrice degli assassini che si travestono da Guardia costiera di giorno e poi fanno gli scafisti di notte e poi al mattino dopo vanno a riprendersi gli stessi che hanno fatto partire, in un circolo feroce e vomitevole in cui loro continuano a guadagnarci, pagati sia nella parte dei buoni che dei cattivi.
Bravi, complimenti, avete messo in piedi un governo che doveva essere “della discontinuità” e invece è stato perfino più furbo del precedente; quelli si vantavano e invece voi zitti zitti avete tenuto perfettamente uguale. Baciate i libici come quegli altri baciavano Riina e quando fra qualche anno verranno fuori i dettagli della vostra “trattativa” (perché usciranno, eccome se usciranno) potrete sperare che siano andati prescritti nella memoria e nell’indignazione.
Bravi anche quelli che si fotografano in bella posa sulle barche dei migranti quando c’era Salvini e invece qui al massimo evacuano qualche timido comunicato stampa: solidali contro l’avversario politico fingendo di essere solidali per i diritti umani. Giochetto riuscito. Potrete vantarvi di averlo fatto in modo più furbo.
Ora però fateci un piacere: non osate più avvicinarvi al tema dell’integrazione e della solidarietà. Non sporcate con le vostre luride mani qualcosa che richiede etica e che non merita i vostri piccoli compromessi da mimi nemmeno troppo bravi. Fingete anche di esserne dispiaciuti, non c’è più bisogno che teniate in scena questo triste spettacolo. Fottetevene. Pubblicamente. Ora siete liberi. Voi.
Buon lunedì.