Antonio Trifoli, il sindaco leghista del comune di Riace, non poteva candidarsi e di conseguenza essere eletto: non aveva diritto all’aspettativa e non poteva candidarsi nel Comune in cui era vigile urbano. I giudici del tribunale di Locri hanno dunque accolto il ricorso presentato da Maria Spanò sulla base dell'art. 60 della D.Lgs. 18.08.2000, n. 267, Testo Unico degli Enti Locali, in cui si stabilisce tra l'altro che: “Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale: ... i dipendenti del comune e della provincia per i rispettivi consigli... [Leggi la sentenza] Nel caso di Riace, il sindaco Trifoli - che è stato eletto dopo la decadenza dalla carica di Mimmo Lucano alla guida del comune di Riace - al momento dell'elezione stando anche agli organi di stampa locale risultava dipendente dell'amministrazione di Riace a tempo determinato, con la qualifica di istruttore di vigilanza (vigile urbano). Inoltre la giunta comunale, con delibera n. 28 del 26 aprile 2019 aveva concesso a Trifoli l'aspettativa, non retribuita, per il periodo 27 aprile - 31 maggio 2019, al fine di consentirgli la candidatura a Sindaco della città. [caption id="attachment_141224" align="alignleft" width="224"] Info qui > https://bit.ly/2IGzc5C[/caption] Ma Trifoli poteva avere l'aspettativa? Pare di no. E oggi anche il tribunale di Locri lo ha confermato Del resto anche l'Aran (Agenzia per la rappresentenza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha stabilito che: «L’ente può concedere ai lavoratori, che ne fanno richiesta, periodi di aspettativa per esigenze personali o di famiglia. Sulla base della precisa formulazione della clausola contrattuale possono avvalersi dell’istituto solo i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con conseguente esclusione dei dipendenti in servizio ma assunti: - con contratto di lavoro a tempo determinato...  Stando alle norme citate, il dipendente a tempo determinato del Comune di Riace, Antonio Trifoli era dunque ineleggibile alla carica di sindaco. E dunque è decaduto. Tuttavia l’ordinanza non è immediatamente esecutiva, rimane infatti sospesa fino all’eventuale appello. Il ricorso era stato presentato da Maria Spanò, ex candidata sindaco della lista “Il cielo sopra Riace”, e da un gruppo di cittadini sulla base di quanto raccontato da Left per primo e poi anche da altre testate giornalistiche nazionali. In seguito a un parere del Viminale che definiva Trifoli incandidabile anche la Prefettura si è costituita in giudizio e potrebbe anche decidere di commissariare Riace senza attendere la conclusione dell'iter giudiziario. Alle comunali, Trifoli guidava la lista civica “Riace Rinasce” che ha preso il 41% dei voti e nella quale figurano diversi esponenti leghisti, incluso Claudio Falchi il segretario della locale sezione di “Noi con Salvini”. Anche Flachi di recente è stato dichiarato ineleggibile a causa di una condanna per bancarotta rimediata nel 2003 e si è dimesso dalla carica, ufficialmente «per motivi familiari». Dopo la revoca del divieto di dimora e il ritorno di Mimmo Lucano a Riace tra la sua gente, un'altra buona notizia.

Antonio Trifoli, il sindaco leghista del comune di Riace, non poteva candidarsi e di conseguenza essere eletto: non aveva diritto all’aspettativa e non poteva candidarsi nel Comune in cui era vigile urbano. I giudici del tribunale di Locri hanno dunque accolto il ricorso presentato da Maria Spanò sulla base dell’art. 60 della D.Lgs. 18.08.2000, n. 267, Testo Unico degli Enti Locali, in cui si stabilisce tra l’altro che: “Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale:

i dipendenti del comune e della provincia per i rispettivi consigli…

[Leggi la sentenza] Nel caso di Riace, il sindaco Trifoli – che è stato eletto dopo la decadenza dalla carica di Mimmo Lucano alla guida del comune di Riace – al momento dell’elezione stando anche agli organi di stampa locale risultava dipendente dell’amministrazione di Riace a tempo determinato, con la qualifica di istruttore di vigilanza (vigile urbano). Inoltre la giunta comunale, con delibera n. 28 del 26 aprile 2019 aveva concesso a Trifoli l’aspettativa, non retribuita, per il periodo 27 aprile – 31 maggio 2019, al fine di consentirgli la candidatura a Sindaco della città.

Info qui > https://bit.ly/2IGzc5C

Ma Trifoli poteva avere l’aspettativa? Pare di no. E oggi anche il tribunale di Locri lo ha confermato

Del resto anche l’Aran (Agenzia per la rappresentenza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha stabilito che: «L’ente può concedere ai lavoratori, che ne fanno richiesta, periodi di aspettativa per esigenze personali o di famiglia. Sulla base della precisa formulazione della clausola contrattuale possono avvalersi dell’istituto solo i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con conseguente esclusione dei dipendenti in servizio ma assunti:
– con contratto di lavoro a tempo determinato… 

Stando alle norme citate, il dipendente a tempo determinato del Comune di Riace, Antonio Trifoli era dunque ineleggibile alla carica di sindaco. E dunque è decaduto.

Tuttavia l’ordinanza non è immediatamente esecutiva, rimane infatti sospesa fino all’eventuale appello. Il ricorso era stato presentato da Maria Spanò, ex candidata sindaco della lista “Il cielo sopra Riace”, e da un gruppo di cittadini sulla base di quanto raccontato da Left per primo e poi anche da altre testate giornalistiche nazionali. In seguito a un parere del Viminale che definiva Trifoli incandidabile anche la Prefettura si è costituita in giudizio e potrebbe anche decidere di commissariare Riace senza attendere la conclusione dell’iter giudiziario.

Alle comunali, Trifoli guidava la lista civica “Riace Rinasce” che ha preso il 41% dei voti e nella quale figurano diversi esponenti leghisti, incluso Claudio Falchi il segretario della locale sezione di “Noi con Salvini”. Anche Flachi di recente è stato dichiarato ineleggibile a causa di una condanna per bancarotta rimediata nel 2003 e si è dimesso dalla carica, ufficialmente «per motivi familiari».

Dopo la revoca del divieto di dimora e il ritorno di Mimmo Lucano a Riace tra la sua gente, un’altra buona notizia.