Come Partito radicale abbiamo deciso di intraprendere una azione giudiziaria, concepita dall’avvocato Besostri per la durata ragionevole dei processi. Il ricorso pro bono è quello che, nei paesi anglosassoni, porta nelle aule di giustizia le richieste dei cittadini di avanzare sul fronte delle garanzie; nella penosa condizione in cui versa in Italia lo stato del diritto, siamo costretti ad utilizzare lo strumento per frenare l’ulteriore erosione dei diritti dei cittadini.
La roboante affermazione del diritto ad una durata ragionevole dei processi risale al nuovo articolo 111 della Costituzione, modificato nel 1999: ma era un testo introdotto sotto dettatura della Corte europea dei diritti dell’uomo, visto che il diritto è sancito dall’articolo 6 della Cedu già da mezzo secolo. Noi lo abbiamo richiamato nella nostra Carta costituzionale, ma abbiamo continuato a tradirlo, come dimostrano le migliaia di condanne per la legge Pinto.
Ebbene, non la moneta di un indennizzo economico, ma l’accertamento di un diritto oggi chiediamo al giudice civile, mediante il ricorso cui invitiamo tutti ad associarsi. Il diritto che chiediamo al giudice di tutelare riguarda…
Maurizio Turco è segretario del Partito Radicale, Irene Testa è il tesoriere