Matteo Salvini ha cantato in playback di fronte all’albero di Natale per condividere il video sul social TicToc, quello dove ci stanno i ragazzini. I ragazzini e i Salvini.
Giorgia Meloni si è fotografata con il cappello di Babbo Natale. Una donna travestita da Babbo Natale tra l’altro è assolutamente contro le sue teorie: un Natale gender. Roba da mettersi le mani nei capelli.
Silvio Berlusconi si è fotografato mentre palpeggia una palla del suo sontuoso albero tutto sbriluccicante. Una foto tutta metallizzata.
Il Natale per i politici italiani è il momento più caldo dell’appuntita attività social quotidiana, tutti impegnati a rassicurare, a mostrarsi come noi, a spremersi per sembrare interessanti ma intelligenti ma simpatici ma non troppo melensi ma non troppo uguali ai concorrenti politici.
Gli uomini pagati e eletti per trovare soluzioni spremono energie, idee e soldi per partorire messaggi social che possano aumentare un consenso che si basa tutto sull’empatia, tutto di pancia, senza contenuti, senza progetti. Stimolare simpatia come primo obiettivo di un politico è un obbrobrio a cui ci siamo abituati ma non per questo è meno deplorevole. E ci siamo abituati. E quelli ne approfittano ed è tutto una discesa verso il basso.
Immaginate un dentista che provi a convincervi a estrarvi un dente mostrandovi quanto è bravo a ballare la Macarena; oppure immaginate un fruttivendolo che vuole vendervi le mele per la simpatia con cui monta un mobiletto in cucina oppure un idraulico che vi invita a dargli fiducia perché mangia lasagne con un bicchiere di vino rosso.
Ma non vi fa schifo? Anche con tutto lo spirito natalizio possibile, non è una miseria di contenuti?
Fanno i politici perché non sanno cantare per diventare rockstar e non sono abbastanza abili nel dribbling per diventare calciatori. Usano il podio mica per fare i comizi: solo per stare più in alto.
Buone feste.
Buon venerdì.