Il neoliberismo, nonostante la crisi del 2008 e i suoi deleteri effetti sull’economia e sulla società, continua a rappresentare la teoria economica di riferimento di gran parte delle società “sviluppate” permettendo l’accumulo di ricchezza da parte di oligarchie sempre più ristrette a discapito della gran parte della popolazione mondiale, imponendo continui sacrifici ad intere categorie sociali, ed annullando, di fatto, le conquiste sociali del Novecento. Questa domanda ci ha spinto a promuovere un’attenta riflessione per esaminarne le cause profonde e il pensiero sottostante con l’intento di contribuire al dibattito generale attraverso il confronto tra studiosi, professori universitari, operatori del mondo della scuola, della sanità e della cultura e cercare idee e proposizioni nuove che ci possano orientare su quello che ci viene presentato come pensiero unico, assoluto e immodificabile, mainstream che impedisce una qualsiasi ricerca e formulazione di un pensiero alternativo per la creazione di una società più giusta come quella delineata dai Costituenti nella nostra Carta repubblicana, oggi più che mai attuale

Con questo volume, che fa seguito ad una due giorni di convegno, vogliamo indagare ed evidenziare l’invasività del neoliberismo nella società e nelle politiche sociali: come si è manifestato nel corso del tempo e soprattutto gli effetti che ha prodotto e continua a determinare nelle politiche sociali, scuola, sanità, ambiente, cultura. Partendo dallo stato attuale e andando a ritroso per indagare sul come e il perché siamo arrivati alla situazione odierna, su come sono stati erosi i diritti affermatisi con le grandi riforme degli anni Settanta che avevano alla base l’universalità e il criterio di solidarietà.

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Nella prima parte esaminiamo le politiche sociali nell’era del neoliberismo, studiando come si è arrivati a questa Europa che non ci piace e quali basi nuove dovremmo cercare per una Europa politica futura. In particolare denunciamo le conseguenze negative del pensiero neoliberista sul Sistema sanitario nazionale approfondendo la tematica della salute come bene primario collettivo che non può prescindere dalla fusione tra fisico e psichico.

Nella seconda parte, invece, abbiamo cercato di  affrontare l’invasività del neoliberismo nella scuola, nella cultura, nelle trasformazioni urbane e nel mondo dell’arte, dando voce agli artisti. L’intento è anche quello di cercare e proporre idee nuove che possano orientarci e tirarci fuori da un senso di impossibilità, che ci viene proposto come un pensiero assoluto e immodificabile, come se non ci fossero alternative possibili per la creazione di una società più giusta.

Il punto è contrapporre “la naturale socialità dell’essere umano e la ricerca della conoscenza” all’idea dell’uomo economico, cardine dell’economia neoliberista, che afferma che la società è composta da singoli individui razionali che guardano solo al proprio interesse personale; esseri umani privi di quella parte di vita che invece ci rende tali e che sono i sogni, gli affetti, le relazioni interumane e tutte quelle attività cosiddette “inutili” come le espressioni artistiche e ciò che possiamo riassumere nel “non cosciente” dell’essere umano. Siamo persuasi, invece, che si tratti di una costruzione storica ben precisa e non dell’ultimo orizzonte della storia come qualcuno afferma e vuole imporre.

Ci sarebbe molto da riflettere sul fallimento di un certo ceto politico che ha perso la speranza di trovare una nuova via per realizzare quel progetto di società lasciatoci dai costituenti, fra i quali ebbero un ruolo importante le donne costituenti, che, benché non numerose, furono determinanti per molte questioni. Norme semplici e comprensibili quelle della nostra Costituzione, che indicano la rotta da seguire e che delineano gli obiettivi e i compiti fondamentali della nostra Repubblica:

• rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, dove tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale (art. 3);

• riconoscere e garantire i diritti inviolabili degli esseri umani sia come singoli che nelle formazioni sociali ove si svolge la loro personalità (art. 2);

• promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica; tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione (art. 9).


* Leda Di Paolo, Associazione culturale Amore e Psiche