Mettere in fila un po’ di fatti.
Il 6 dicembre 2019 La Stampa, con un articolo firmato da Fabio Martini, racconta di un incontro segreto tra Matteo Renzi e Matteo Salvini che «si sono parlati, sorseggiando Chianti sulle colline di Firenze». Un’orda di renziani ha cominciato a urlacciare indignata. Sono state promesse addirittura querele. Querele ovviamente mai arrivate.
Il 23 gennaio 2020 Matteo Renzi twittava: «È una cosa schifosa che Salvini abbia tenuto in mare dei poveri disgraziati. Ma non sono io che devo decidere se ha commesso un reato, io devo decidere se deve andare a processo. E voterei sì». Era una sua dichiarazione durante la trasmissione Piazza pulita.
Ieri in Giunta per le immunità del Senato è stata respinta la richiesta di autorizzazione a procedere per l’ex ministro Matteo Salvini sul caso Open Arms. Decisiva l’astensione dei renziani. Renzi ha salvato Salvini. Forte, eh?
Con calma spostiamoci in Lombardia. Consigliera regionale per Italia viva è Patrizia Baffi. Patrizia Baffi si è astenuta nel voto di sfiducia in Consiglio regionale contro l’assessore Gallera. In alcune interviste ha raccontato che non fosse ancora l’ora dei processi ma bisognava aspettare la fine della pandemia. Il 6 maggio scorso ho scritto in un tweet che l’atteggiamento della Baffi rientrava semplicemente in uno scambio politico che l’avrebbe portata a capo della Commissione d’inchiesta su Regione Lombardia e coronavirus. Mi insultarono in parecchi renziani, ai tempi? Mi scrivevano che non sarebbe andata così, che avrei dovuto porgere delle scuse, qualcuno simpaticamente mi ha chiesto «chi è la tua fonte, tuo cugino?».
Ieri la Baffi è stata eletta presidente. Forte, eh? Immaginate ovviamente come potrà essere severa nell’indagare sulla gestione lombarda. La maggioranza ha eletto un ruolo che dovrebbe essere riservato all’opposizione.
A volte i fatti urlano così forte che non c’è nemmeno bisogno di aggiungere opinioni.
Buon mercoledì