«Questo episodio non è stato un incidente. Si tratta di un problema culturale. È una cultura di impunità, di accettazione della violenza e di un linguaggio violento contro una donna. C’è un’intera struttura di potere che supporta tutto questo». Così Alexandria Ocasio-Cortez, la giovane deputata di New York al Congresso statunitense, ha raccontato l’aggressione verbale di cui è stata vittima martedì 21 luglio.
Ocasio-Cortez si stava recando alla Camera per svolgere il suo lavoro. Improvvisamente, da un angolo sono spuntati il deputato repubblicano della Florida Ted Yoho e il suo collega del Texas Roger Williams. Yoho ha iniziato a insultarla, continuando a farlo a fine seduta del Congresso, quando di fronte ai giornalisti si è riferito a lei chiamandola «a fucking bitch», «una fottuta puttana». L’episodio, ovviamente, ha suscitato clamore, spingendo il deputato Yoho a chiedere scusa ad Aoc per «l’atteggiamento sgarbato», aggiungendo poi comunque di non potersi scusare «per la propria passione politica o per amare Dio, la patria e la famiglia». Yoho avrebbe insultato Aoc dopo che la giovane deputata aveva ribadito che l’impennata di crimine a New York si leghi alla crescita della povertà.
La risposta di Alexandria Ocasio-Cortez è stata assai pertinente ed esaustiva.
Durante l’intervento di ieri alla Camera, Ocasio ha sottolineato che episodi come quello che l’ha coinvolta siano all’ordine del giorno per le donne americane (e non solo). Nella sua carriera di cameriera, mestiere che svolgeva prima di entrare al Congresso, molte volte è stata aggredita verbalmente da uomini che, come lei stessa ha detto, utilizzano un linguaggio «deumanizzato» per rivolgersi alle donne. «L’onorevole Yoho ha dimostrato che non basta avere una moglie e due figlie per essere un uomo perbene. Utilizzare quel linguaggio contro di me significa autorizzare qualcun altro ad utilizzarlo contro le sue figlie» ha continuato Ocasio-Cortez.
Non c’è pretesto che possa giustificare le azioni del deputato Yoho, men che meno la passione. Alexandria Ocasio-Cortez stava semplicemente camminando, saliva le scale che la portavano al suo posto di lavoro. Yoho si è sentito autorizzato ad urlarle che era una pazza, fuori di testa e senza controllo, per poi rincarare la dose all’uscita. Nel momento preposto alle scuse, ha tentato di far passare il suo comportamento come qualcosa di normale.
L’abuso verbale è un problema non solo statunitense, ma mondiale: quasi ogni donna è stata vittima almeno una volta nella sua vita di un commento non richiesto a sfondo sessuale, magari per la strada, il cosiddetto catcalling. Secondo una ricerca della National Public Radio (Npr), una no-profit che riunisce oltre 900 stazioni radio americane, il 77% delle donne statunitensi ha ricevuto molestie verbali, più di tre donne su quattro.
«I commenti del deputato Yoho non mi hanno colpita più di tanto. Ho fatto in passato un lavoro “normale” e ho preso la metropolitana a New York, non era la prima volta che mi succedeva» ha detto Alexandria Ocasio-Cortez nel proprio discorso. Quando però Yoho invece di scusarsi ha preso tutt’altra strada, la deputata del Bronx ha scelto di non rimanere in silenzio. In un sistema di potere fortemente patriarcale come quello statunitense, non stupisce che più di qualche uomo non abbia digerito che una donna con un’identità così forte come Ocasio-Cortez, che per di più si autodefinisce socialista, sia riuscita a imporsi con i suoi metodi all’interno del panorama politico. Metodi che non comprendono insultare i suoi colleghi, ma portare idee nuove, chiare e concrete nelle aule del Congresso. Con la risposta data a Yoho, Ocasio ha dimostrato ancora una volta che il suo ruolo da deputata non è solo un impiego di prestigio, ma un modo concreto per cambiare gli Stati Uniti dall’interno.
Già il presidente Donald Trump l’aveva attaccata lo scorso anno, invitandola a «tornare al suo Paese» (la madre di Aoc è originaria di Puerto Rico). Forse pensare che sia la sua identità di donna e politica a disturbare così tanto uomini come Yoho e Trump non è un’ipotesi così lontana dal vero.