Quest’anno ricorre un compleanno importante, il centenario della storica testata anarchica Umanità Nova. Raccontare ai fondatori che ancora oggi il giornale tanto desiderato quanto ostacolato è ancora vivo e vegeto li lascerebbe increduli.
La storia di questa testata è molto lunga e potremmo dire che già nel 1911, in un convegno nazionale anarchico tenutosi a Roma, venne fuori la proposta di un giornale che facesse da portavoce verso l’esterno, del movimento libertario italiano che stava raggiungendo sempre più forza in tutto il Paese. La proposta, prevedeva la direzione del giornale da parte di Errico Malatesta, purtroppo però era ancora in esilio a Londra, ma fiduciosi i militanti del movimento speravano che potesse rientrare in Italia entro breve tempo.
Purtroppo l’esilio durò ancora qualche anno e alla fine non riuscirono a creare questo giornale. Finalmente nel 1919, dopo essere stato esule in mezzo mondo dalla Svizzera all’Argentina, Stati Uniti e Cuba, Francia e Inghilterra, Malatesta riuscì ad ottenere il passaporto dal console italiano a Londra; si imbarcò per Taranto il 24 dicembre dello stesso anno.
In Italia godette subito di un’enorme popolarità, basti pensare che veniva acclamato dalla folla come il Lenin italiano, di cui si avvantaggiò con un’intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei protagonisti del biennio rosso.
Nel luglio 1920 fu tra i protagonisti del congresso di Bologna, che riorganizzò l’Unione anarchica italiana, momento importantissimo per il movimento libertario. Sempre in quell’anno per quanto riguarda Umanità Nova la posizione di Malatesta era chiara, un quotidiano era necessario e lui era deciso ad assumerne la direzione, per questo darà definitivamente corpo all’iniziativa, insieme alla collaborazione entusiasta di personaggi di spicco del movimento come Borghi, Fabbri, Fedeli, Giacomelli e Damiani che ne renderanno concretamente possibile la continuità. Così, una volta nata, nonostante l’ostruzionismo, il boicottaggio e la repressione del governo, Umanità Nova raccoglierà le…
Illustrazioni di Vittorio Giacopini
Andrea Staid è docente di antropologia culturale e visuale presso la Naba di Milano, direttore della biblioteca/antropologia Meltemi editore e co-direttore di Field work-travel writing Milieu edizioni
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