C’è chi vuol trasformare in museo la tomba di Mussolini, chi utilizza i suoi slogan sui manifesti elettorali e chi partecipa alle commemorazioni dei repubblichini. È ampia la schiera di nostalgici che guardano con una certa simpatia alla destra più estrema nelle liste delle prossime elezioni. Tra di loro anche indagati e voltagabbana

È il 28 ottobre 2019. Ad Acquasanta, comune in provincia di Ascoli Piceno con poco più di 2mila cittadini, Fratelli d’Italia organizza una cena. La data non sembrerebbe casuale: era il 28 ottobre 1922 quando le camicie nere marciarono su Roma. Forse per questo, durante la cena, accanto ai loghi del partito di Giorgia Meloni, trionfavano dappertutto fasci littori, immagini del Duce (anche sul menù) e motti del ventennio. Tra i commensali c’era anche il deputato Francesco Acquaroli. Uno scandalo, secondo alcuni. Un merito, secondo altri. Tanto che oggi Acquaroli è il candidato presidente del centrodestra alle prossime elezioni regionali nelle Marche. L’allora coordinatore regionale di FdI, Carlo Ciccioli, commentò laconicamente: «Una cena è una cena e un menu è un menu. Non sono entrambi documenti politici». Adesso chissà quali saranno i «documenti politici» che i due produrranno, dato che pure Ciccioli ha deciso di scendere in campo.

Forse più che in altre circostanze, questa volta tra i candidati alle urne di settembre (si vota in sei regioni e in oltre mille comuni) spunta un orizzonte variegato. Indagati come il meloniano Michele Schiano (per voto di scambio), che dovrebbe essere candidato in Campania; voltagabbana come la pugliese Adriana Balestra (appena eletta col centrosinistra a Brindisi, partecipò a una manifestazione con Salvini: si giustificò precisando di essere stata eletta in una lista civica che «fin dall’inizio è stato definito come un fritto misto») o come la marchigiana Daniela Tisi (ex 5Stelle, oggi in campo con la Lega); “parenti di” come Vincenzo Forte, genero del ras di Fratelli d’Italia in Veneto e oggi eurodeputato Sergio Berlato (nella lettera inviata ai soci vicentini dell’Associazione cacciatori, che presiede, ha scritto: «Vincenzo Forte oltre che essere un nostro iscritto ed un dirigente di partito è anche marito di mia figlia Sara, la qual cosa lo rende ancora più affidabile rispetto ad altri possibili candidati»). Spunta poi una lunga schiera di nostalgici di ogni tipo e politici che guardano con una certa simpatia alla destra più estrema. Nelle Marche, per dire, a sostenere Acquaroli ci sarà anche…

L’inchiesta prosegue su Left del 28 agosto – 3 settembre 2020

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