Da un anno nelle Marche è sorto il movimento “Dipende da noi”, nato dall’intuizione di donne e uomini di associazioni e reti attivi sul territorio regionale. Il loro orientamento ideale è quello di una sinistra etica, ecologista, femminista, internazionalista, impegnata nell’attuazione della Costituzione repubblicana. Le Marche hanno da tempo una grande ricchezza di soggetti sociali e culturali di base: dall’agricoltura biologica di Gino Girolomoni alla comunità di Capodarco, dalla cooperativa sociale On the road al Gruppo solidarietà di Jesi, dall’Università per la pace di Ancona alla Scuola di Economia trasformativa, in una folta rete di organismi di democrazia partecipata operante in ogni provincia. Queste persone hanno deciso di far nascere un movimento politico con lo scopo di aprire una strada. La strada tra Giunta e Consiglio regionale, da un lato, e comunità di chi vive nelle Marche, dall’altro.destra
Dopo un quindicennio di malgoverno del centrosinistra, il progetto è quello di sprigionare l’efficacia di un movimento che generi partecipazione diffusa, restituzione dei diritti, riconversione ecologica, progettazione sociale, gestione dei beni comuni, governo democratico del territorio. Dipende da noi vuole agire in modo trasformativo, là dove “trasformazione” significa la maturazione di una forma alternativa di società, di economia, di cultura nel cuore del presente. Il modo di perseguire questo progetto richiede l’allestimento di due sponde interattive: una fatta di mondi della società civile impegnati nella democratizzazione del sistema delle relazioni, l’altra fatta da una rappresentanza all’interno del Consiglio regionale. Di qui la scelta di presentarsi alle elezioni del 20 e 21 settembre con un proprio candidato alla presidenza della Regione e con i 30 candidati al Consiglio.
Lo spirito del movimento è orizzontale e dialogico, la sua forma organizzativa è semplice: c’è un gruppo di coordinamento operativo, che segue giorno per giorno le cose da fare, e c’è un’assemblea che si riunisce periodicamente e prende le decisioni di fondo. La prospettiva è notevolmente ambiziosa perché punta a far valere il metodo del prendersi cura al posto della solita, sclerotica, mortale logica del potere. Se fare politica non è comandare su qualcuno che deve subire le tue decisioni, ma è costruire una partecipazione democratica che consenta di…
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L’autore: Roberto Mancini, docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, è il candidato presidente della Regione Marche alle prossime elezioni per il movimento d’impegno civile “Dipende da noi”, di cui è tra i fondatori
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