Il rapporto curato dall’Osservatorio di Pavia sull’informazione in tv nel 2020 rivela che solo l’1 per cento dei servizi riguarda le situazioni di marginalità strutturale. Sparisce dai radar anche la povertà educativa. A prevalere è il racconto generale della crisi economica per la pandemia

Non è vero che il virus ci ha resi tutti uguali: in qualche modo anzi ha ampliato e reso più visibili le disparità sociali, di accesso al mondo dell’istruzione, della casa, del lavoro soprattutto per le donne.  Ce lo stiamo ripetendo come un mantra da settimane, mesi, ma poi il racconto dei media sulle disuguaglianze e sugli effetti della pandemia rischia ancora una volta di oscurare le cause strutturali che determinano vecchie e nuove povertà, così come i soggetti che li subiscono.

Il rapporto I non luoghi dell’informazione, la terza edizione dell’iniziativa Illuminare le periferie curato dall’Osservatorio di Pavia e promosso da Cospe, Usigrai, Fnsi con il contributo dell’Agenzia Italia per la Cooperazione internazionale e da quest’anno anche dall’impresa sociale “Con i bambini”, fotografa bene le sfide per il mondo dell’informazione in Italia.

Oggetto dell’indagine sono stati i telegiornali del prime time delle 7 tv generaliste (i canali Rai,  Mediaset e La7)  da gennaio a settembre 2020 per un complessivo numero di 1918 edizioni. Per la parte di analisi sulla trattazione della povertà e delle marginalità in Italia si è deciso di aggiungere al campione anche le edizioni del prime time dei tg regionali della Rai di dieci regioni italiane, scelte sulla base della rappresentatività territoriale: tre regioni del Nord Italia (Piemonte, Lombardia e Veneto); tre regioni del Centro Italia (Emilia Romagna, Toscana e Lazio) tre regioni del Sud Italia (Campania, Puglia e Calabria) e la Sicilia per le isole. Sono state analizzate tre edizioni al mese per nove mesi per un numero complessivo di 270 edizioni di tg regionali.

Solo l’1% dei servizi dei telegiornali di prima serata – che ricordiamo sono seguiti da circa 8 italiani su 10 –  riguarda le…

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L’autrice: Anna Meli è giornalista ed esperta di migrazioni. È stata promotrice e coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma e attualmente è direttrice Comunicazione di Cospe onlus. Ha scritto “Europa Media e Diversità” edito da Franco Angeli nel 2015


L’articolo prosegue su Left dell’11-17 dicembre 2020

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