Prosegue la nostra inchiesta sui seguaci italiani di QAnon nelle loro chat segrete. Nemmeno la débâcle di Trump li ha scoraggiati. Ora la priorità è rendersi meno visibili sui social senza rinunciare a propalare fake news, odio e deliranti teorie complottiste. In attesa di nuovi ordini

«Buongiorno e ben svegliati, adesso avete capito che siamo in guerra. E la guerra si fa con i militari. Le mosse di prima erano solo di preparazione al terreno ad essi. Il presidente Trump vuole e deve rimanere garante della costituzione. Non può essere lui ad esercitare la leva dell’acceleratore per tornare al potere!». Recita come una chiamata alle armi questo messaggio comparso su Telegram in una chat di QAnon appena dopo che la notizia dell’assalto a Capitol Hill è diventata virale. Migliaia di persone si sono radunate attorno al palazzo del Congresso statunitense per contestare il risultato delle elezioni presidenziali e sostenere la richiesta di Donald Trump al vicepresidente Mike Pence e al Congresso di rifiutare la proclamazione di Joe Biden alla Casa Bianca. Tumulti che sono costati la vita a 4 persone, l’arresto di 52 rivoltosi e il disinnesco di 4 ordigni artigianali da parte delle forze dell’ordine. Un entusiasmo che è andato presto a scemare, ed è totalmente scomparso quando il collegio elettorale ha confermato il risultato espresso dal voto.

«Io stesso non mi fido più di nessuno, ma la guerra non è ancora terminata, è solo iniziata. E per come sta messo il mondo, Trump è forse l’unica possibilità che ci è rimasta per quanto riguarda gli uomini… sulla Terra. Comunque vedremo cosa accadrà da oggi al 20 gennaio e poi il 28 gennaio. Penso che ci sarà qualcosa di grosso che ci riguarderà tutti e scuoterà un po’ il mondo». Questo post su Facebook è comparso il 9 gennaio in una pagina QAnon italiana. Un tentativo di risposta a chi aveva creduto ciecamente nel Potus e ora lo dà per spacciato. Fra le informazioni dell’account si può leggere: «Stai lottando contro le forze del male che non è possibile vedere senza quelle lenti» e il simbolo del personaggio dei fumetti The punisher (eroe caro all’ultra destra americana) campeggia come immagine di profilo. Fra le decine di post presenti, quasi la maggior parte in questi giorni tratta le elezioni Usa, scalzando quasi del tutto il vecchio trend, fatto di disinformazione sui vaccini e incitamenti alla disobbedienza contro le regole dei vari Dpcm del governo Conte II.

L’assalto alla sede del Congresso statunitense è stato ripreso da tutti i media mondiali. Le immagini del manipolo di uomini che irrompe nel tempio della democrazia americana, ammantati con i simboli dell’Alt-right e capeggiati dallo “sciamano QAnon”, rimarranno molto a lungo nella nostra memoria, forse alla pari con il crollo delle Torri gemelle durante gli attentati dell’11 settembre 2001. Un epilogo forse prevedibile stando agli hashtag presenti su Twitter da mesi come #StopTheSteal e #OccupyCapitols, che aumentavano la loro viralità in tutti i social e si sommavano alla…


L’articolo prosegue su Left del 15-21 gennaio 2021

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