Intanto, mentre in Parlamento si consuma una crisi di governo che ha ancora bisogno di tempo per dispiegarsi, spiegarsi, risolversi e dirci di qualcosa di significativo davvero, intanto succedono cose, in Italia e nel mondo, e noi qui con le orecchie tese ad ascoltare parlamentari che sputano nel microfono le loro rivendicazioni che sono personali ma che vengono rivendute come temi politici. E va bene.
Intanto ieri è morto Emanuele Macaluso. Un gigante comunista. Uno che a 96 anni ancora si svegliava alle 6 del mattino e leggeva la pila di giornali, mentre la stragrande maggioranza di questi si cerca tutte le mattine su Google e conta i mi piace sui social. Uno che nel 1944 andò a tenere un comizio a Villalba, uno dei feudi della mafia, a sfidare il boss Calogero Vizzini e gli spararono addosso. Uno che si faceva cinquanta chilometri a piedi per fare politica in un periodo in cui i sindacalisti uccisi erano all’ordine del giorno. A quei tempi la lotta alla mafia non consisteva nell’indossare una mascherina o nel twittare un foto. Ieri l’hanno ricordato tutti, commossi, compresi quelli che hanno tradito quelle idee perché sono stati incapaci di modernizzarle.
Intanto ieri Biden ha scelto Rachel Levine come sottosegretaria alla sanità, che sarà quindi la prima donna transgender ad essere assegnata a un incarico federale dal Senato. Tutto questo mentre intorno all’insediamento del nuovo presidente Usa ci sono le stesse forze militari di un assedio. Qui ancora si discute della bufala genitore 1 – genitore 2.
Intanto in Bosnia l’inferno congelato dei migranti vicino al confine croato continua tra freddo, fame e immobilismo. Gli ultimi brandelli di decenza dell’Europa si sono surgelati lì. Qualcuno ne scrive. Pochi ne leggono. Pochissimi ne parlano. Nessuna istituzione interviene.
Intanto a Patrick Zaki hanno rinnovato la detenzione per altri 15 giorni. Zaki ormai da quasi un anno ha sprecato la sua vita in arresto senza accuse chiare, senza un processo equo e con parecchia solidarietà di facciata, quella facile da dare ma che non condiziona niente, non serve a niente.
Intanto, a proposito della sua idea di assegnare i vaccini in base al Pil, l’assessora lombarda Letizia Moratti dice che è stata solo una frase fraintesa. Ma dai. E poi è uscita la registrazione della sua frase che invece nella registrazione è chiarissima. E niente, a posto così.
Intanto i vaccini sono in ritardo.
Ah, a proposito, intanto ieri ci sono stati oltre 600 morti. Dicono che sia retorico ricordare che si muore mentre quelli si arrovellano in Parlamento. Sarà. Ma vale la pena ricordarlo. Perché se vi è capitato di assistere alla discussione parlamentare di questi ultimi due giorni vi renderete conto che il livello generale è di una bassezza che fa spavento, che offende i morti e pure i vivi. Che uno si aspetterebbe generosità in un momento drammatico e invece arrivano solo quintali di grettezza. Va bene così.
Buon mercoledì.