L’immane campagna di vaccinazioni avviata da Biden, i provvedimenti per cancellare le ferite inferte da Trump alla democrazia, la difficile sfida di riformare la polizia e far dialogare un’America fortemente spaccata. Il giornalista racconta un Paese che si è rimesso in cammino

«Da lontano, arrivando dalla Casa Bianca, sembra una porta, il disegno elementare di una porta, scarabocchiato da un bambino contro il cielo. Fa freddo. Nuvole basse e scure tingono di grigio l’erba, che scivola sotto i piedi, fangosa. Cammino verso quella porta e intorno ho un mondo mai visto prima, come se, per magia, fossi entrato all’improvviso in un visionario quadro di Bosch, in cui, al posto di pesci con mani umane e becco d’anatra, fragole giganti e conchiglie, ci sono bandiere minacciose e cartelli di varia foggia con la scritta Stop the Steal», scrive Antonio Di Bella nel suo nuovo libro L’Assedio (Rai libri). Era il 6 gennaio 2021, di lì a poco tutto sarebbe precipitato nel violento assedio a Capitol Hill in cui hanno perso la vita 5 persone.
Un assalto come gli Stati Uniti non avevamo mai visto. In quel marasma di facinorosi supporter di Trump segnali inquietanti, scritte e slogan suprematisti e filo nazisti, tanto da far dire all’ex governatore Schwarzenegger che quella del 6 gennaio è stata «la notte dei cristalli americana».
Ex direttore di Rai 3 e di Rai News e ora corrispondente dagli Usa Antonio Di Bella non ha mollato, non ha smesso di raccontare in presa diretta. Torna in mente la faccia preoccupata di Maurizio Mannoni quando, sotto le minacce di un figuro in mimetica Di Bella è sparito dallo schermo del Tg3 Linea Notte. «Per fortuna alla fine non ci è accaduto niente di drammatico – ci racconta da New York -. Abbiamo vissuto qualcosa di simile a quando da giovani facevamo la cronaca delle manifestazioni. Pensiamo piuttosto ai colleghi che raccontano le guerre». E poi con autoironia: «Devo ammettere però che ci è andata bene anche per la tecnica del mio operatore Mario Trebbi che non smetterò di ringraziare. Mentre io volevo scappare a gambe levate lui ha detto: andiamo via piano piano perché se ci mettiamo a correre è peggio…».

Quando ha chiuso il libro le indagini sull’assalto erano appena iniziate, che idea si è fatto nel frattempo? C’erano dei simpatizzanti di Trump fra i poliziotti? Perché non è stato raccolto l’allarme che già circolava da tempo? Perché non è scattato un allarme generale quando è stato sventato il piano per il rapimento della governatrice democratica del Michigan?
Pochi giorni fa un ex funzionario della amministrazione Trump è stato arrestato perché ha partecipato attivamente all’assalto di Capitol Hill. Testimoniando davanti al Parlamento a Washington ha detto che, invano, per ore aveva cercato di chiamare aiuti ma non gli hanno risposto, li hanno fatti arrivare solo a cose fatte. Certamente c’è stata una complicità. Io non credo molto alla teorie del complotto, alle trame oscure. Mi piacciono le analisi basate sui fatti e sulle persone. Ebbene tutti gli…


L’articolo prosegue su Left del 12-18 marzo 2021

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SOMMARIO

Direttore responsabile di Left. Ho lavorato in giornali di diverso orientamento, da Liberazione a La Nazione, scrivendo di letteratura e arte. Nella redazione di Avvenimenti dal 2002 e dal 2006 a Left occupandomi di cultura e scienza, prima come caposervizio, poi come caporedattore.