Nel Paese dei papaveri gli estremisti islamici pianificano e realizzano attacchi e omicidi contro giornaliste, insegnanti e operatrici della società civile. Donne e cultura sono i loro incubi più grandi. Mentre il governo di Kabul voleva impedire alle ragazze di cantare in pubblico

Passo svelto, sguardo basso, una mano a stringere l’hijab sotto il mento, più per nervosismo che per esigenza. Sul lato sinistro della strada c’è molto traffico che scorre piano, poi una macchina accelera di botto e si affianca, mentre un bambino strilla all’altro angolo della strada. Il battito accelera. Un rumore di ferraglia arriva alle spalle, un ragazzo in motorino suona il clacson mentre una signora anziana sbatte una porta. Le tempie ormai pulsano. Shakiba Haidary è terrorizzata. «Ogni volta che sono in strada, sia per lavoro che per motivi personali, mi aspetto di morire» – racconta Shakiba, che ha 24 anni e fa la giornalista per una televisione di Kabul.

Negli ultimi mesi le minacce ai giornalisti sono diventate quotidiane, soprattutto alle donne, e dall’inizio dell’anno sono già stati uccisi cinque operatori dell’informazione. Le ultime reporter sono state trucidate a inizio marzo nella città orientale di Jalalabad: Mursal, di 25 anni, Sadia e Shanaz, di 20, sono state uccise con un colpo d’arma da fuoco alla testa esploso da un’auto in corsa. «Mursal la conoscevo – racconta Shakiba – e quando è morta mi sono chiusa in bagno per ore. Ho dovuto razionalizzare tanto prima di tornare al mio lavoro. Ora, quando sono in strada ogni rumore improvviso che gli altri nemmeno notano per me è un colpo al cuore».

I talebani stanno pianificando una serie di attacchi e omicidi che hanno come obiettivo principale i giornalisti, soprattutto le donne, ma anche gli operatori della società civile. «Le cose sono precipitate negli ultimi mesi – dice Shakiba – e infatti ogni giorno a Kabul e nell’intero Afghanistan assistiamo a omicidi, attentati e rapimenti perché i talebani stanno preparando il terreno per il loro ritorno». Il 29 febbraio 2020 gli Stati Uniti e i talebani hanno firmato un accordo a Doha, in Qatar, per programmare l’uscita di scena dell’esercito americano entro aprile 2021.

I colloqui di pace che sono seguiti tra il governo afghano, guidato da Ashraf Ghani, e i talebani, rappresentati dal mullah Abdul Ghani Baradar, hanno di…


L’articolo prosegue su Left del 2-8 aprile 2021

Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE

SOMMARIO