«I beni di prima necessità, come il cibo e i medicinali non devono servire come strumenti di coercizione politica». Sono parole del paragrafo 13 della risoluzione che ha per tema «gli effetti negativi delle misure coercitive unilaterali sull’esercizio dei diritti umani» approvata al Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni unite il 23 marzo scorso. Nel documento si sottolinea come il sistema delle sanzioni decise unilateralmente da uno o più Stati nei confronti di altri Stati non rispettino i principi del diritto internazionale umanitario, la Carta Onu, la Dichiarazione al diritto allo sviluppo adottata nel 1986.
La risoluzione è generale, non cita Stati sotto embargo, evidenzia però fortemente le conseguenze delle sanzioni sulle fasce più deboli della popolazione civile, chiedendo agli Stati di astenersi dall’imporle, di promuovere «il multilateralismo» e di porre rimedio agli effetti negativi sul piano dei diritti umani. L’Italia è stata tra i quindici Stati a votare contro questa risoluzione e il fatto ha destato molte proteste perché tra i Paesi notoriamente sotto embargo da parte degli Usa dal 1960 – il bloqueo – c’è anche Cuba. La stessa Cuba che nel pieno della crisi pandemica nel marzo scorso aveva inviato in Lombardia e in Piemonte i medici e gli infermieri della brigata internazionale Henry Reeve. Facciamo il punto sul sistema delle sanzioni e sul voto all’Onu, con Fabio Marcelli, dirigente di ricerca dell’Istituto di studi giuridici internazionali del Cnr.
La risoluzione del Consiglio dei diritti umani ha rappresentato qualcosa di nuovo? Si profila un cambiamento a livello giuridico e politico?
La risoluzione, come tutte quelle approvate da organismi Onu, non ha effetti vincolanti ma ha un valore politico e giuridico preciso perché esprime da parte della maggioranza della comunità internazionale – trenta Stati contro quindici – una condanna di queste misure coercitive unilaterali, dette sanzioni, che sono misure che uno Stato o gruppi di Stati adottano nei confronti di altri, limitando la possibilità di avere scambi o di acquistare determinati beni. È importante perché viene approvata adesso, mentre infuria la pandemia da Covid, anche se…
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