La Lega al governo in Piemonte vuole smantellare la legge regionale che obbliga a tenere sale scommesse e slot machine lontano da scuole, ospedali, compro oro, ecc. Una norma efficace che ha ridotto volumi di gioco e perdite per i giocatori

Il 14 aprile, in piazza Castello a Torino, molte realtà che da anni si occupano di azzardopatia hanno manifestato contro l’intenzione della destra di smantellare la legge regionale n. 9/2016. Tra le altre cose, quella legge ha introdotto anche in Piemonte il cosiddetto distanziometro, vale a dire il divieto di installare slot e apparecchi assimilabili entro una certa distanza da luoghi sensibili: scuole, ospedali, compro oro, banche e così via. Nel caso del Piemonte, la distanza attualmente è fissata a 300 metri per i comuni con meno di 5mila abitanti, e a 500 metri per gli altri. Inoltre, la legge concede a chi aveva già installato slot e simili un termine per adattarsi alla nuova disciplina, variabile dai 18 mesi ai 5 anni a seconda del tipo di esercizio commerciale e della data dell’autorizzazione a installare gli apparecchi. In particolare, per le autorizzazioni concesse a partire dal 1 gennaio 2014 il termine è di cinque anni: dunque sta per scadere, dato che la legge è entrata in vigore a maggio 2016.

A salvare i gestori ha pensato la maggioranza di destra in Regione Piemonte, proponendo una riforma della disciplina vigente ora all’esame del consiglio regionale. La proposta di legge, primo firmatario il leghista Claudio Leoni, mira a depotenziare il distanziometro, riducendo il divieto a 250 metri per tutti i comuni e limitandolo alle sole nuove concessioni. In sostanza, i promotori vogliono che le sale giochi e le sale scommesse già aperte possano rimanere dove sono, anche se si trovano nel raggio del distanziometro.
La proposta è stata molto criticata da medici e psicologi. Richiamando i dati dell’Istituto superiore di sanità, gli operatori hanno sottolineato che attenuare i divieti rischia di amplificare il dato congiunturale, che va nel senso di un aumento del numero dei giocatori d’azzardo: numero che si era ridotto durante il primo lockdown (in controtendenza, come prevedibile, l’azzardo online) per poi raggiungere valori superiori a quelli pre-pandemia nella seconda parte del 2020.
Prima di continuare, facciamo un passo indietro, alla relazione sugli effetti della legge 9/2016, che la legge stessa prescrive alla giunta regionale di predisporre periodicamente. Come osserva Avviso pubblico (una rete di amministrazioni locali che dal 1996 si impegna per l’affermazione della legalità, della trasparenza e della giustizia sociale, ndr) in…

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L’autore: Luca Casarotti fa parte del collettivo Senza slot


L’articolo prosegue su Left del 23-29 aprile 2021

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