Nel mirino della giustizia turca pilotata dal Sultano ci sono tutti i militanti del Partito democratico dei popoli che parteciparono alle proteste del 2014, quando la città curda del Rojava veniva assaltata dall’Isis. Ne parliamo con la portavoce dell’Hdp

La portavoce dell’Hdp, il Partito democratico dei popoli, sembra avere le idee molto chiare rispetto alla situazione attuale nel suo Paese: «Si tratta di scegliere fra due strade. Da una parte quella della democrazia, della lotta per una società più giusta e per la pace. Dall’altra, quella della corruzione e della distruzione del nostro territorio, attraverso guerre ed espropriazioni indebite». In questo momento, lei e gli altri membri del suo partito si trovano sotto attacco. A marzo Devlet Bahçeli, presidente del Partito del movimento nazionale (Mhp) che è alleato di governo del partito di Recep Tayyip Erdoğan, ha presentato numerosi appelli alla Corte Suprema per mettere al bando l’Hdp, una formazione progressista e filocurda. Parallelamente, oltre cento persone legate al partito sono ora sotto accusa nel cosiddetto “processo Kobane”, che vede la giustizia turca prendere di mira quanti e quante hanno partecipato alle proteste nel sud-est del Paese del 2014, quando la città curda del Rojava veniva assaltata dagli jihiadisti dell’Isis. Ebru Günay è giurista ed è stata eletta parlamentare nel 2018, attualmente portavoce dell’Hdp.

Il governo turco sembra fermamente intenzionato a mettere fuori legge l’Hdp. Cosa sta succedendo?
I tentativi di chiudere il Partito democratico dei popoli (Hdp) non si fermano. Il governo a guida Akp-Mhp continua a sostenere un impianto accusatorio costruito su menzogne: nel procedimento giudiziario che ci vede coinvolti uno dei punti cardine dell’accusa è costituito dal “processo Kobane”. Vogliono legittimare la chiusura del partito anche attraverso questo caso. Parallelamente, lo Stato impedisce in tutti i modi alle persone di accedere alla verità. Vengono messe in campo manipolazioni di qualsiasi tipo: tramite il proprio apparato propagandistico e di informazione, tutti i media controllati dal governo diffondono notizie false in continuazione, sia rispetto al tentativo di chiusura dell’Hdp sia riguardo al “processo Kobane”. All’interno dei dibattiti televisivi, poi, assistiamo a ogni tipo di calunnia e insulto verso i membri del nostro partito, cui non viene mai dato diritto di parola. Da un punto di vista legale, c’è stata un’importate decisione della Corte costituzionale che ha respinto, al momento, il tentativo di chiusura del partito. Nel merito, la Corte ha affermato che le accuse mosse e gli eventi imputati non potevano essere messi in relazione con l’Hdp e la sua chiusura. Ma, ovviamente, il potere non si arrende e quindi si sta già muovendo per perseguirci e formulare una nuova accusa e…


L’intervista prosegue su Left del 7-13 maggio 2021

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