L’attività economica non è ancora ripartita del tutto e moltissimi lavoratori sono in cassa integrazione. Tuttavia nei primi tre mesi del 2021 si è verificato un picco inquietante di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Cosa accadrà quando saremo nel pieno della corsa verso la definitiva ripresa?

Due morti al giorno sul lavoro nel corso dei primi tre mesi del 2021: questo il dato fornito dall’Inail. La cronaca, invece, racconta che, negli ultimi giorni, una donna è morta in modo atroce in una fabbrica tessile e un uomo è deceduto dopo essere stato colpito da una lastra di cemento nel cantiere dove lavorava. Sono fatti inaccettabili, un lutto straziante per i loro cari, una ferita profonda per le loro comunità e per la coscienza nazionale. Sì, parlo di coscienza nazionale perché è un tema che investe ognuno di noi per la propria parte: la tutela della salute dei lavoratori e le norme di sicurezza non possono essere un optional. Non ci si può permettere un abbassamento del livello di guardia, come ci ricordano i dati sulle morti, sul luogo di lavoro e in itinere, che a gennaio, febbraio e marzo di quest’anno sono aumentate dell’11% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Quelli che stiamo vivendo saranno ricordati come i due anni in cui la pandemia ha fatto un numero di vittime come se fossimo in guerra, cogliendo il mondo impreparato alla sua violenza e costringendo scienziati e ricercatori a bruciare i tempi nella disperata corsa al vaccino. Ebbene, la strage continua sul lavoro non è causata da un nemico nuovo e invisibile quale è stato il Covid-19; è ancora conseguenza di inosservanza delle norme di sicurezza.

La crescita, dopo anni di un trend in calo, di incidenti e morti sul lavoro ci deve, dunque, interrogare. Come mai accade? Sbaglia chi pensa che se aumentano i morti sul lavoro vuol dire che ci sono più persone tornate nel ciclo produttivo perché sarebbe in atto una ripresa. La realtà ci racconta altro: ancora una volta noi ci basiamo su dati oggettivi, elaborati dal nostro Centro studi di Lavoro&Welfare (sulla base di statistiche dell’Inps, dei ministeri del Lavoro e della Salute). Ebbene, se prendiamo un termometro importante per verificare lo stato di salute della nostra economia, quello è senza dubbio la cassa integrazione: a gennaio, febbraio e marzo del 2020 l’Inps autorizzava mediamente 20 milioni di ore per ciascun mese, mentre nel corso del primo trimestre di quest’anno ne ha autorizzate mediamente 343 milioni, sempre al mese. Quindi, non è vero che ci troviamo di fronte a un’impetuosa ripresa produttiva in questi primi tre mesi del 2021, tale da giustificare un aumento degli incidenti sul lavoro. Sta accadendo qualcosa di diverso.

È possibile, ad esempio, che questo aumento di decessi sia in gran parte dovuto al…


L’articolo prosegue su Left del 14-20 maggio 2021

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