«Quando non si può articolare liberamente il linguaggio si rimane chiusi dentro un confine che diventa anche interiore», dice la scrittrice palestinese Adania Shibli che ha riletto la storia del conflitto nell’ultimo romanzo Un dettaglio minore

«Confesso che qualche volta desidero di non provare nulla. Se permettessi ai miei sentimenti di emergere in superficie, sarei incapace di confrontarmi con questo male». L’autrice palestinese Adania Shibli, nata nel 1974, voce importante della letteratura araba contemporanea e non solo, che vive soprattutto a Ramallah, parla da Berlino. Nello sguardo di Shibli si coglie il senso di vuoto davanti al panorama di rovine israeliane e palestinesi destinate a stratificarsi su quelle passate.

Nelle librerie italiane è appena arrivato il suo romanzo Un dettaglio minore (La nave di Teseo, traduzione di Monica Ruocco), già finalista al National Book Award 2020 e in corsa per il prestigioso Man Booker Prize.

Shibli ha dedicato dodici anni alla creazione della storia che si sviluppa in due tempi distanti uniti dal dolore e dal tentativo di trovare una lingua per esso. Il primo scenario è il deserto del Negev, un anno dopo la guerra arabo-israeliana del 1948, dove militari israeliani di stanza nell’area per presidiare il confine con l’Egitto stuprano una giovane beduina, poi sepolta nella sabbia. Nel secondo tempo del romanzo una donna palestinese di Ramallah indaga sul crimine per restituire dignità alla vittima. Nel viaggio esplora l’attuale condizione di vita nei territori palestinesi.

Che cosa l’ha colpita della pronuncia della Corte suprema israeliana per l’allontanamento di quattro famiglie palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est?
La strada intrapresa corrisponde alla legalizzazione dell’ingiustizia. Per decenni è apparso che il sistema giudiziario israeliano agisse con maggiore equità, ma da anni registriamo un processo inverso anche nella nomina dei giudici della Corte suprema che è un organo fondamentale. Prima aveva un ruolo di contrappeso rispetto alle scelte politiche governative. Ora ha virato a destra. Lo spostamento ideologico conservatore ha permeato la giustizia.

Qual è la sensazione dominante?
Tento di essere razionale e di pensare a che cosa si possa fare per non…


L’articolo prosegue su Left del 21-27 maggio 2021

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