Le Giornate della laicità di Reggio Emilia tornano in presenza, dal 10 al 13 giugno 2021. A quasi un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, dopo mesi di isolamento e difficoltà, ci riappropriamo finalmente di quella dimensione sociale del confronto e della discussione che è propria del nostro modo di essere e fare cultura.
Di fronte a uno scenario così complesso come quello della ripartenza, sono tanti i motivi per cui è importante tornare a parlare di laicità e pensiero critico. Il primo è forse il più evidente, perché mai come oggi il pensiero critico, razionale e scientifico e la conoscenza rappresentano le uniche armi in nostro possesso per interpretare la realtà che ci circonda e affrontare le sfide del futuro.
La pandemia prima o poi finirà, ma le scelte che prenderemo oggi segneranno gli anni a venire. Proprio per questo diventa fondamentale rilanciare quei principi alla base del pensiero laico – concetti quali la libertà, il rispetto, la tolleranza e la solidarietà – come anticorpi contro il rischio e l’avanzata di visioni confessionali o reazionarie, che puntano a ridurre i diritti delle persone e la loro possibilità di autodeterminarsi.
Infine torniamo a parlare di laicità con tutto il senso politico che questa azione comporta, facendo sentire la voce di una comunità che si oppone all’invasione dei fondamentalismi nello spazio pubblico, e che chiede una vera applicazione di quel principio di laicità sancito nella Costituzione che è garanzia di uguaglianza per tutti, indipendentemente dal credere in qualche religione. Un impegno che come associazione Iniziativa laica condividiamo con Left e MicroMega, mediapartner di un’edizione importante e che segna una “rinascita” del festival.
“La scimmia nuda. Natura (è) cultura” è il tema di una quattro giorni di dibattiti e riflessioni a più voci, con la direzione scientifica di Cinzia Sciuto, in un’inedita formula ibrida che vedrà la compresenza di incontri dal vivo e appuntamenti in sola diretta streaming, con la partecipazione di autori e pensatori di fama internazionale tra cui gli amici di Left Simona Maggiorelli e Federico Tulli.
Hanno già confermato la loro presenza Maurizio Ferraris, Simona Argentieri, Francesco Remotti, Guido Barbujani, Roberta de Monticelli, Paolo Nichelli, Paolo Flores D’Arcais, Eva Cantarella, Sumaya Abdel Qader, Michela Milano, Chiara Saraceno, Giorgio Maran, Carlo Sini, Elena Gagliasso, Massimo Baldacci, Elena Granaglia e Telmo Pievani. Ad oggi sono 15 gli appuntamenti in programma, cui se ne aggiungeranno presto altri in via di definizione.
A fare da filo conduttore sarà il rapporto tra natura e cultura, due termini spesso pensati quali antitetici nonostante la natura di esseri umani sia esattamente quella di animali culturali che, grazie alle elaborazione e all’uso della propria intelligenza, riescono a interagire e a trasformare sé stessi e l’ambiente che li circonda. “Tutto ciò che l’essere umano produce – nel bene e nel male – è frutto della sua ‘natura’ di Homo Sapiens. E cultura significa libertà. Essere animali culturali significa essere (almeno in potenza) soggetti autonomi, non determinati dagli istinti ma neanche da quella sorta di ‘seconda natura’ che a volte ci cuciamo addosso: l’imprinting culturale e tradizionale del contesto in cui ci capita di nascere. La scimmia nuda quale noi siamo, armata solo del proprio intelletto, si trova di fronte ai problemi del nostro tempo: i cambiamenti climatici, la gestione del fine vita, le società complesse, le crescenti diseguaglianze, i diritti civili, le pandemie. Senza un dio a cui delegare responsabilità e da cui pretendere salvezze, sta a noi uscire dallo stato di minorità e assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Una sfida importante. Una sfida entusiasmante.
Ad aprire le Giornate della laicità sarà il filosofo Maurizio Ferraris con una lectio sull’influenza prodotta dal web sul linguaggio umano e sulla capacità di documentare e trasmettere conoscenze”. Il tema della corrispondenza tra natura e cultura sarà affrontato sotto diversi aspetti: spetterà all’antropologo Francesco Remotti fare un approfondimento sul significato di appartenenza ad una determinata cultura e sull’influenza che quest’ultima ha nel determinare la nostra identità e una specifica visione del mondo, mentre il genetista Guido Barbujani farà un viaggio a ritroso nella nostra storia di essere umani, analizzando la biodiversità nelle popolazioni antiche e il successivo determinarsi delle diverse culture.
Si riallaccia al dibattito attuale sull’identità di sesso, genere e identità l’approfondimento della psicoanalista Simona Argentieri, mentre il libero arbitrio fra neuroscienze e filosofia sarà al centro del dialogo tra la filosofa Roberta de Monticelli e il neurologo Paolo Nichelli.
Non mancherà una riflessione sul fine vita, con un approfondimento del filosofo e direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais; sempre sul tema dell’autodeterminazione, la storica e giurista Eva Cantarella si concentrerà sul percorso di emancipazione di Homo Sapiens dai vincoli imposti dalla natura e dalla volontà degli dei, in un lungo percorso che parte dai poemi omerici per arrivare ai giorni nostri.
La libertà di espressione e il diritto alla blasfemia, a partire dalla decapitazione del professor Samuel Paty da parte di un fanatico musulmano per aver mostrato in classe alcune vignette che ritraevano Maometto, saranno invece il filo conduttore del dialogo tra Cinzia Sciuto e la scrittrice e attivista Sumaya Abdel Qader.
La direttrice dell’Alma Mater Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence Michela Milano proporrà invece un approfondimento sull’intelligenza artificiale, tra potenzialità e rischi.
Non poteva mancare uno sguardo sulla contemporaneità della pandemia, con una lectio del filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani sull’etica della responsabilità dopo Covid-19. “Lavoro di cura e cura del lavoro” sarà invece la chiave di lettura degli interventi della sociologa Chiara Saraceno e dell’economista Giorgio Maran, per un incontro organizzato in collaborazione con Cgil Reggio Emilia, che vede la partecipazione del segretario generale Cristian Sesena in veste di moderatore.
Il rapporto tra scienza, politica e cittadini, fra diffidenza complottistica e affidamento fideistico, sarà al centro dell’approfondimento dell’epistemologa Elena Gagliasso, mentre il pedagogista Massimo Baldacci si concentrerà sul ruolo e il valore dell’istruzione come elemento portante del renderci esseri umani.
La povertà e le diseguaglianze sociali intese come esito di precise scelte politiche ed economiche, anche in relazione alla pandemia, saranno il filo conduttore dell’intervento della docente di Scienze della Finanze di Roma Tre Elena Granaglia, e infine il filosofo Carlo Sini approfondirà “i confini dell’umano” e il tema del post-umano. Spetterà al giornalista e scrittore Marco D’Eramo chiudere le Giornate della laicità con un dialogo sul concetto di libertà nell’epoca del capitale umano.
I dettagli del programma sono disponibili sul sito www.giornatedellalaicita.com
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